mercoledì 10 giugno 2020
Il premier venne assassinato il 28 febbraio 1986. Per il magistrato Krister Petersson, il principale sospetto è un cittadino svedese morto tempo fa: per questo l'indagine viene chiusa
Olof Palme e Giovanni Paolo II nell'ottobre 1983

Olof Palme e Giovanni Paolo II nell'ottobre 1983

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A 34 anni dal delitto, la magistratura svedese ha chiuso l'inchiesta sull'assassinio, avvenuto nel 1986, del primo ministro Olof Palme. Per il magistrato Krister Petersson, il principale sospetto è un cittadino svedese morto tempo fa, e per questo l'inchiesta viene chiusa. Palme, 59 anni, fu assassinato il 28 febbraio mentre tornava a casa da un cinema di Stoccolma con la moglie Lisbet. Un uomo gli sparò alle spalle. Oltre 10.000 persone sono state interrogate nel corso dell'inchiesta.

Il procuratore capo Petersson ha identificato il presunto assassino come Stig Engstrom, che odiava Palme per le sue politiche di sinistra. "Dal momento che è morto, non posso incriminarlo, ed ho quindi deciso di chiudere l'inchiesta", ha affermato il conferenza stampa il magistrato, responsabile della colossale indagine dal 2017. I faldoni sull'omicidio Palme occupano 250 metri di scaffali.
Il nome di Engstrom - morto nel 2000 - aveva già circolato molto sulla stampa svedese, che lo aveva soprannominato 'L'uomo di Skandia', dal momento che era uscito dagli uffici della compagnia di assicurazioni Skandia per trovarsi poco dopo vicino al luogo dell'assassinio, secondo le prime ricostruzioni.
Interrogato come testimone all'inizio dell'inchiesta, era stato poi considerato inaffidabile dopo aver cambiato più volte la sua versione dei fatti. Scrittori svedesi che si erano dedicati alla vicenda, come Lars Larsson e Thomas Pettersson, lo avevano da tempo indicato come il colpevole dell'omicidio.

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