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Palestinesi in attesa dell'arrivo dei camion di aiuti umanitari nei dintorni di Jabalia, nel nord della Striscia di Gaza. L'immagine è stata scattata il 15 giugno - Ansa
Le Nazioni Unite hanno dichiarato di aver ridotto drasticamente i loro piani di aiuti umanitari globali a causa dei «tagli ai finanziamenti più ingenti di sempre». Il riferimento implicito è alla chiusura dei rubinetti di Usaid, l'ente statunitense per gli aiuti all'estero, decisa dall'Amministrazione Trump. I finanziamenti di Usaid erano diretti sia alle Ong, statunitensi e straniere, presenti nei singoli Paesi bisognosi di aiuto umanitario sia alle agenzie umanitarie dell'Onu operanti fuori dagli Usa.
Come conseguenza della storica penuria di fonti, l'Onu ha lanciato un appello globale per le donazioni. La sua agenzia per il coordinamento degli affari umanitari Ocha ha dichiarato di aver chiesto ulteriori 29 miliardi di dollari di finanziamenti, rispetto ai 44 miliardi chiesti entro il 2025, e che deve «dare la massima priorità» agli aiuti indispensabili per 114 milioni di persone. «Siamo stati costretti a una selezione basata sulla sopravvivenza umana», ha detto il Sottosegretario generale per gli Affari umanitari, Tom Fletcher. «La matematica è crudele e le conseguenze strazianti. Troppe persone non riceveranno il supporto di cui hanno bisogno, ma salveremo quante più vite possibile con le risorse che ci vengono fornite», ha aggiunto.
L'appello stabilisce priorità ma non sostituisce il Global Humanitarian Overview 2025 (Gho) lanciato lo scorso dicembre, destinato a coprire oltre 70 Paesi e assistere quasi 180 milioni di persone vulnerabili e per il quale sono previsti 44 miliardi di dollari. Dopo sei mesi, ne sono arrivati solo 5,6, meno del 13% del totale richiesto, precisa l'Ocha. «I brutali tagli ai finanziamenti ci pongono di fronte a scelte brutali - ha affermato Fletcher -. Tutto ciò che chiediamo è l'1% di quanto avete scelto di spendere l'anno scorso per la guerra» ha ricordato, rivolgendosi ai governi.
Il direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, tra gli altri, ha denunciato che i tagli all'assistenza allo sviluppo potrebbero costare milioni di vite umane. Oltre agli Stati Uniti, altri Paesi hanno deciso di ridurre gli stanziamenti per gli aiuti all'estero e concentrarsi invece sule priorità nazionali. Nonostante le aree di crisi nel mondo si stiano moltiplicando: dal Sudan e Sud Sudan alla Striscia di Gaza, dalla Repubblica democratica del Congo al Myanmar.