Perché i pedaggi autostradali saranno più cari nel 2026: ecco tutte le tariffe

L'aumento medio ammonta all'1,5% e coinvolgerà la maggior parte dei tratti. È frutto di una decisione della Consulta per tutelare la libertà di impresa
December 30, 2025
Perché i pedaggi autostradali saranno più cari nel 2026: ecco tutte le tariffe
Il casello di Roma Nord sull'autostrada A1 / ANSA
Il Governo ha tentato di mantenere bloccate le tariffe fino all’aggiornamento dei prossimi Piani economico-finanziari (Pef). Il Consiglio di Stato ha fatto ricorso, lamentando la lesione della libertà d’impresa. La Corte Costituzionale ha dato ragione all’organo di Palazzo Spada e, alla fine, l’Autorità di regolazione dei trasporti (Art) ha confermato che dal 1° gennaio 2026 gli automobilisti italiani dovranno pagare pedaggi più cari. È questo, in estrema sintesi, l’iter che ha portato all’aumento medio dell’1,5% delle tariffe autostradali a partire dal prossimo anno, per adeguarle all’aumento dell’inflazione. Ad annunciare la gabella è stato ieri il ministero dei Trasporti, che non ha nascosto la delusione per la decisione della Consulta: la Corte costituzionale – si legge in una nota – «ha vanificato lo sforzo del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, e dello stesso Governo di congelare le tariffe fino a definizione dei nuovi Pef regolatori». Di fatto, secondo il Mit, la decisione dei giudici è l’esito di un altro braccio di ferro tra Governo e Magistratura.

Le tariffe e i tratti esclusi dal rincaro

Non tutti i tratti autostradali, però, saranno coinvolti dai rincari. L’aumento riguarderà le società concessionarie per cui è in corso l’aggiornamento dei Pef: saranno escluse dal balzello le concessioni del Tirreno (A10 e A12), Ivrea-Torino-Piacenza (A5 e A21) e Strada dei Parchi (A24 e A25). Anche Autostrade Alto Adriatico ha annunciato che non aumenterà il pedaggio nel 2026. La società con sede a Trieste ha deciso – si legge in una nota – di «non voler ottenere alcun aumento e di non vedere riconosciuta l’indennizzazione dell’inflazione, in controtendenza rispetto al settore». Al contrario, per effetto di alcune condizioni contrattuali, il tratto Salerno-Pompei-Napoli subirà il rincaro più alto nel prossimo anno (+1,925%).
I tratti coinvolti dall'aumento delle tariffe a partire dal 1° gennaio 2026
I tratti coinvolti dall'aumento delle tariffe a partire dal 1° gennaio 2026

Le ragioni del rincaro

Il tentativo di bloccare il rincaro da parte del Governo ruota attorno ai Pef. Si tratta dei Piani economico-finanziari, sulla base dei quali le società concessionarie autostradali definiscono la gestione della rete, gli investimenti e i pedaggi assieme all’Authority che ne determina gli adeguamenti. In particolare, in attesa dell’aggiornamento dei Pef programmato per il 2026, negli anni passati il ministero dei Trasporti ha bloccato tutti i rincari dei pedaggi che scatterebbero automaticamente per adeguare le tariffe all’inflazione. A ritenere che l’Esecutivo non potesse agire così, però, è stato il Consiglio di Stato, che ha lamentato la «lesione della libertà d’impresa e dell’utilità sociale» di due decreti legge che rinviavano i termini per l’adeguamento delle tariffe autostradali per gli anni 2020 e 2021. La Corte costituzionale ha risolto la questione a ottobre, quando ha accolto il ricorso dell’organo di Palazzo Spada, determinando di fatto l’illegittimità del blocco dei rincari alle tariffe autostradali anche per gli anni successivi al 2021. Da un punto di vista strettamente giuridico, la Corte ha riconosciuto «all'Autorità di regolazione dei trasporti la competenza tanto a definire i criteri per la fissazione delle tariffe e dei pedaggi autostradali, quanto a esprimersi, in ordine a tali profili, sugli aggiornamenti alle convenzioni autostradali». Tradotto: il Governo non ha competenza sul blocco dei rincari, che potranno riprendere dal 2026.

Il dibattito politico

La decisione della Consulta ha innescato un botta e risposta politico sulle responsabilità dell’aumento delle tariffe autostradali. Alla nota del ministro dei Trasporti Matteo Salvini contro la Consulta hanno risposto le opposizioni. «Ormai anche i comunicati del Mit certificano il totale fallimento di Salvini come ministro dei Trasporti – commentano il vicepresidente della commissione Trasporti, Andrea Casu (Pd), e il capogruppo dem in commissione Ambiente, Marco Simiani –. Stavolta, nel goffo tentativo di mascherare la sua incapacità e di scaricare sulla Corte costituzionale la responsabilità dei rincari, che peseranno sulle tasche di tutti i cittadini». Alle parole dei deputati del Pd, fanno eco quelle del pentastellato Agostino Santillo: «Nonostante i proclami, i pedaggi autostradali aumenteranno con conseguenze nefaste». Immediata la replica della Lega: le opposizioni «non hanno ben compreso che non è il ministro Salvini ad aver aumento le tariffe dei pedaggi, ma la Corte Costituzionale».

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