martedì 14 marzo 2017
Ankara ha sospeso ieri le relazioni ministeriali tra i due Paesi. Alle origini dello scontro, il no a un comizio in Olanda del ministro degli Esteri turco in favore del presidente Erdogan
Un manifesto gigante con la foto di Erdogan e la scritta «Vota Sì» in piazza Taksim a Istanbul (Ansa)

Un manifesto gigante con la foto di Erdogan e la scritta «Vota Sì» in piazza Taksim a Istanbul (Ansa)

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Resta altissima la tensione tra Turchia e i Paesi Bassi. Dopo la decisione presa ieri sera da Ankara di sospendere le relazioni ministeriali tra i due Paesi e di chiudere lo spazio aereo per i diplomatici olandesi, stamani il presidente turco Recep Tayyp Erdogan ha alzato ulteriormente i toni, riaprendo una vecchia ferita che risale alla guerra nell'ex Jugoslavia. "Non si spara sulla Croce Rossa neanche in guerra, ma l'Olanda è capace anche di questo - ha detto -. Conosciamo gli olandesi dai tempi di Srebrenica, quando hanno lasciato che 8mila musulmani bosniaci venissero massacrati senza muovere un dito".

Pronta la replica del primo ministro olandese Mark Rutte, che ha definito "inaccettabili" le parole del presidente turco. "È un nauseabondo falsificatore della storia" ha detto. Aggiungendo: "Non ci abbasseremo al suo livello, questo è assolutamente inaccettabile". In precedenza lo stesso Erdogan aveva rivolto all'Olanda accuse di nazismo e fascismo. Quelle parole devono "essere ritirate", aveva ammonito il vicepremier olandese Lodewijk Asscher. Con l'invito, respinto al mittente, ad abbassare i toni.

Ankara attacca l'Unione Europea

Ma la Turchia non sembra intenzionata a fare un primo passo, anzi: di fronte a una Unione Europea che ieri invitava a smorzare la polemica contro Olanda, Germania e gli altri Paesi che hanno limitato i comizi turchi nei loro Paese, Ankara ha risposto con la minaccia di rivedere l'accordo sull'immigrazione stabilito con l'Unione. Un tasto dolente, ma non il solo: l'Europa infatti ha espresso preoccupazioni, attraverso la Commissione Venezia del Consiglio d'Europa, per la proposta di modifiche costituzionali che rischiano una "concentrazione eccessiva di potere in una sola funzione, con gravi conseguenze sulle necessarie garanzie contro gli abusi dei potere esecutivo ('checks and balances', ndr) e sull'indipendenza del sistema giudiziario". Inoltre, secondo la Commissione, "è preoccupante che questo processo di modifica costituzionale avvenga durante lo stato di emergenza" instaurato dopo il tentativo di colpo di Stato del 15 luglio scorso. Si tratta di una dichiarazione congiunta pubblicata a Bruxelles dall'Alto
rappresentante per la Politica estera e di Sicurezza comune dell'Ue, Federica Mogherini, e il commissario all'Allargamento
dell'Unione e la politica di Vicinato, Johannes Hahn.

Ma la giornata di ieri si è fatta ancora più calda quando il presidente turco Erdogan ha accusato la Germania di sostenere il terrorismo e ha minacciato di far appello alla Corte europea dei diritti dell'uomo contro l'Olanda.

Il referendum tra i turchi sui poteri del presidente

Le modifiche costituzionali, che concentrano il potere nelle mani del presidente Erdogan, sono state adottate dal Parlamento turco il 16 gennaio e saranno sottoposte a referendum il prossimo 16 aprile. Al voto saranno chiamati anche i turchi residenti all'estero. Ed è questo il motivo dei comizi voluti dal governo anche in Paesi quali l'Olanda e la Germania, dove è forte la presenza turca.

Dato il clima incandescente, Germania e Olanda hanno rivisto le loro raccomandazioni di viaggio per la Turchia, e hanno raccomandato ai concittadini di evitare le manifestazioni politiche e le grandi folle.

Il volo cancellato all'origine dello scontro

L'Olanda ha cancellato sabato scorso il volo del ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu, che aveva programmato un comizio a Rotterdam, per convincere la comunità turca residente nei Paesi Bassi a votare «sì» nel referendum costituzionale con cui la Turchia è chiamata a decidere del passaggio al sistema presidenziale il prossimo 16 aprile. Il veto ha fatto infuriare Ankara. Cavusoglu, sabato mattina, ha attaccato l'Europa rispondendo a una domanda sulla visita a Mosca di Erdogan e sui rapporti tra Russia e Turchia: «La Russia, a differenza dell'Occidente, mantiene la parola data». Il commento più duro è arrivato, però, dallo stesso Erdogan che ha definito l'Olanda «nazista». «Non conoscono diplomazia o politica. Sono resti nazisti. Sono fascisti», ha tuonato Erdogan e ha minacciato «conseguenze». Parole «decisamente fuori luogo», ha subito replicato il premier olandese, Mark Rutte che, venerdì, aveva dichiarato: Cavusoglu è «benvenuto» nel caso voglia «visitare musei e vedere tulipani, ma non gli sarà consentito tenere comizi».

La polemica elettorale in Olanda

La programmazione di una serie di comizi in Europa da parte di esponenti del governo turco ha trovato, nelle ultime settimane, l'opposizione da parte dei governi olandese, austriaco, ma soprattutto tedesco, portando Ankara e Berlino sull'orlo di una crisi diplomatica. Adesso si alza la tensione con l'Aja. In Olanda le polemiche sono esplose dopo che l'ultradestra xenofoba di Gert Wilders aveva chiesto che fosse emesso un veto formale nei riguardi di tutti gli esponenti del governo turco, chiedendone l'arresto nel caso si fossero recati nel Paese e facendone un cavallo di battaglia della campagna elettorale che si concluderà con le elezioni previste in Olanda il 15 marzo, mercoledì prossimo.

Data la scelta del divieto del governo, ora Wilders canta vittoria.«Grazie alle forti pressioni del Pvv, pochi giorni prima del voto olandese, il nostro governo non ha consentito al ministro turco di atterrare qui!!», ha detto il candidato, nel tentativo di usare la mossa in chiave elettorale.

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