venerdì 16 luglio 2010
Svolta storica per gli Stati Uniti. Le nuove regole per la finanza approvate con 60 voti a favore e 39 contrari. Più potere ai piccoli risparmiatori, maggiori controlli su prodotti derivati e concessione di mutui.
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Vittoria storica per la Casa Bianca. Ieri, con 60 voti a favore e 39 contrari, la riforma del sistema finanziario americano ha passato l’esame del Senato, avvicinandosi quindi sempre più alla sua realizzazione. La firma da parte di Obama dovrebbe infatti giungere già all’inizio della settimana prossima. Il presidente ha subito espresso la sua soddisfazione: «È finito il tempo dei salvataggi con i soldi dei contribuenti: con la riforma i contribuenti americani non si troveranno più in trappola per Wall Street».L’approvazione da parte dell’intera camera alta del Congresso era data per certa dopo che il voto procedurale tenuto in mattinata aveva prodotto i 60 assensi – tra cui quelli di tre repubblicani – necessari a mettere fine al dibattito sulla proposta di legge. «Wall Street ha truccato il gioco» ha dichiarato il capogruppo della maggioranza democratica al Senato, Harry Reid, sottolineando che «quando ha vinto ha vinto grosso», ma «quando ha perso è strisciato dai contribuenti a chiedere aiuto». Con questa legge di riforma «diciamo a chi ha truccato il sistema: il gioco è finito», ha concluso il democratico del Nevada.Nonostante le innumerevoli revisioni, la misura riuscirà, secondo i sostenitori, a evitare un’altra crisi finanziaria. La più ampia revisione di Wall Street dalla Grande depressione, ridurrebbe «il rischio che i mercati finanziari facciano implodere di nuovo l’economia, dando più potere ai consumatori e ai piccoli imprenditori», ha spiegato il senatore Dick Durbin.Nelle oltre duemila pagine di testo, infatti, si crea un’agenzia di protezione dei consumatori nell’ambito della Federal Reserve con l’obiettivo di frenare le «ingiuste» pratiche utilizzate per prestiti personali e carte di credito; si chiede alla Banca centrale di intervenire per limitare le tasse applicate dalle banche e si impongono alle società finanziarie procedure che documentino la capacità dei consumatori di ripagare prestiti ipotecari prima che i mutui siano emessi.Un importante obiettivo della legge è però quello di esercitare maggior controllo sull’industria finanziaria, raggiunto con l’implementazione di nuove regole sui prodotti più complessi quali i derivati – che hanno fatto crollare giganti quali Aig e Lehman Brothers – e la creazione di un gruppo di 10 membri incaricati di tenere sott’occhio il sistema e le maggiori istituzioni e di lanciare l’allarme nel caso si sviluppassero problemi. Proprio per evitare un effetto a catena potenzialmente deleterio per l’intero sistema, si è quindi concesso al governo il nuovo potere di dissolvere società finanziarie nei guai.Sarebbero pochi gli aspetti del sistema finanziario americano lasciati invariati dalla storica misura; una realtà che quindi è bene accolta dall’opposizione, contraria a un sempre più crescente coinvolgimento del governo. Prima ancora che si passasse alla votazione, il capogruppo della minoranza repubblicana alla Camera, John Boehner, ha pertanto iniziato a chiedere l’abrogazione della legge, sostenendo che la trasparenza del sistema finanziario è indispensabile, ma che la riforma in questione è ultrarestrittiva e che finirà col creare una maggiore stretta creditizia per i consumatori.
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