martedì 8 ottobre 2013
​Il presidente Usa: «Effetti catastrofici se non si alza il tetto del debito». Gli Stati controllati dai repubblicani si rifiutano di espandere il programma Medicaid, lasciando 8 milioni di persone senza assistenza e senza assicurazione (da New York Elena Molinari)
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Nel settimo giorno della serrata governativa che ha lasciato quasi un milione di statali senza stipendio, Barack Obama apre ad un possibile confronto sulla sua riforma sanitaria, il vero nodo del contendere nello scontro con i repubblicani sul bilancio. Ma il presidente Usa è disposto a discutere con i conservatori (che hanno rifiutato di votare la finanziaria, portando alla chiusura del governo Usa) solo dopo che avranno approvato sia il bilancio federale, senza condizioni, sia l’innalzamento del tetto del debito, che scade il 17 ottobre. Intanto arriva un duro monito dal vice ministro delle Finanze cinese: «Speriamo che gli Stati Uniti abbiano capito la lezione della storia», ha detto Zhu Guangyao facendo riferimento al quasi default del 2011.Preoccupato anche il capo della Casa Bianca, che da Washington ha ricordato ai repubblicani che all’interno della legge di bilancio per il nuovo anno fiscale (che negli Usa inizia il primo ottobre) i democratici hanno accettato più tagli alla spesa di quanto avrebbero voluto. Il Congresso, ha aggiunto, deve anche approvare un innalzamento del tetto del debito, scongiurando così un default che avrebbe «effetti catastrofici» sull’economia Usa. «Ho il sospetto molto forte che ci siano voti sufficienti per approvare la legge di bilancio fiscale 2014», ha detto Obama, invitando lo speaker John Boehner a proporla al voto della Camera nella sua attuale versione, senza cioè condizioni che blocchino l’implementazione di Obamacare. «Arriviamo oggi a un voto, e vediamo che succede», ha aggiunto Obama durante la sua visita alla Fema, la Protezione civile americana, che ha richiamato in servizio 100 lavoratori per affrontare la tempesta tropicale che si sta abbattendo tra New York e Washington, senza poterli però pagare. Intanto si apprende che a causa dell’opposizione repubblicana a ogni forma di sanità pubblica, anche a livello statale, milioni di americani a reddito basso rimarranno senza copertura sanitaria, anche dopo l’entrata in vigore di Obamacare. Un’analisi del New York Times evidenzia che la riforma non riuscirà ad aiutare i due terzi degli afroamericani più poveri e delle madri single e oltre la metà dei lavoratori a basso reddito. Si tratta di otto milioni di persone che vivono in Stati controllati dai repubblicani, che si sono rifiutati di espandere Medicaid, l’assistenza sanitaria completamente gratis per i poveri.Si tratta di un rifiuto soprattutto ideologico, dal momento che la nuova legge prescrive che il governo federale sostenga interamente i costi di quest’allargamento fino al 2016, e almeno il 90% in seguito. Questo rifiuto lascia dunque un folto gruppo di persone in una sorta di limbo: con un reddito troppo basso per poter accedere al portale delle assicurazioni convenzionate con il governo e godere di aiuti federali, ma troppo alto per ottenere il Medicaid. Obamacare ha volutamente fissato il tetto delle famiglie che può aiutare con pacchetti assicurativi sovvenzionati a un livello che non comprenda i più poveri, per non duplicare l’assistenza a loro favore. Ma dava per scontato che gli Stati avrebbero innalzato il reddito massimo per la mutua pubblica, in modo da riflettere l’inflazione. Invece alcuni Stati hanno lasciato il tetto massimo per ottenere la mutua a 11 dollari al giorno. Sono 26 gli Stati che hanno rifiutato l’espansione del Medicaid; corrispondono alla metà della popolazione degli Usa, ma ospitano il 68% degli afroamericani più poveri e delle madri single.
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