mercoledì 13 febbraio 2013
​Nella notte il presidente ha pronunciato il tradizionale discorso sullo Stato dell’Unione. Tra i temi chiave dell’intervento, davanti a deputati e senatori, il ritiro accelerato da Kabul, una profonda riforma delle norme sull'immigrazione, modifiche ai permessi su pistole e fucili e misure per rilanciare la crescita  e l’occupazione.
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Un discorso che getta le basi degli obiettivi del presidente per il suo secondo mandato. L’annuale discorso sullo Stato dell’Unione che Barack Obama ha pronunciato ieri alle 21 (le tre di questa mattina, in Italia) era, a detta degli analisti, una finestra aperta sui prossimi quattro anni. O, come ha sottolineato il consulente di punta del presidente, Dan Pfeiffer, «il secondo atto della stessa opera andata in scena all’inaugurazione», lo scorso 21 gennaio. I temi principali della presentazione davanti al Congresso riunito in sessione plenaria, alla magistratura e all’Amministrazione sono stati necessariamente l’economia e la situazione occupazionale. «Dimostrerà concretamente come si deve investire nel settore manifatturiero per rendere gli Stati Uniti un magnete per la crescita dei posti di lavoro», aveva spiegato alla vigilia il consigliere di Obama, Valerie Jarrett. Il capo della Casa Bianca, tuttavia, non ha perso l’occasione per ricordare che, nel caso in cui i legislatori non giungano a un accordo sul bilancio di governo tra poco più di due settimane, scatteranno automaticamente pesanti tagli alla spesa pubblica con un significativo impatto sulla classe media.Confermando indiscrezioni delle vigilia anche alla politica estera è spettato un ruolo di spicco nel ritratto annuale dell’Unione. Non solo si è appena verificato il cambio della guardia al vertice del Dipartimento di Stato con l’approvazione dell’ex senatore John Kerry a succedere all’ex first lady Hillary Clinton, ma proprio ieri – poche ore prima dello “State of the Union address” – il Senato aveva in agenda il voto sulla nomina di Chuck Hagel a nuovo capo del Pentagono. A fare notizia, però, l’annuncio da parte di Obama del «ritiro dall’Afghanistan di 34mila soldati entro un anno». Ciò significa che all’inizio del 2014 rimarrà nel Paese mediorientale la metà circa del contingente attuale di 66mila uomini e che tale cifra è destinata a ridursi progressivamente con il passaggio della responsabilità della sicurezza alle truppe locali: il tutto fino al completo ritiro Usa entro il 2016.Era attesa, inoltre, una presa di posizione forte sul controllo delle armi da fuoco nel Paese e sulla riforma dell’immigrazione. Tra gli ospiti della first lady Michelle Obama, infatti, anche i genitori di Hadiya Pendleton, la majorette uccisa a Chicago pochi giorni dopo la sua esibizione durante i festeggiamenti per l’inaugurazione del secondo mandato di Obama e una delle maestre-eroine della scuola elementare Sandy Hook, in Connecticut, che a dicembre è stata teatro di una delle peggiori stragi americane. A fare “storia”, però, sono stati tre “irregolari” ispanici invitati al Congresso per segnalare quanto sia importante che ai giovani, introdotti illegalmente nel Paese da bambini, debba essere data una via certa verso la cittadinanza.  I repubblicani, però, si sono subito detti pronti a dare battaglia. Per la prima volta, infatti, il partito dell’elefantino si è attrezzato – attraverso un sito Web – a replicare «in diretta» al discorso del presidente.​
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