venerdì 25 aprile 2014
​Il presidente degli Stati Uniti è a Seul per una visita di due giorni e ha rassicurato gli alleati sul sostegno americano. Intanto Pyongyang torna a parlare di guerra nucleare possibile. 
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Anche la Cina ha capito che la Corea del Nord è un problema, anzi una "minaccia significativa". Lo ha affermato a Seul il presidente degli Stati Uniti Barack Obama. Obama ha segnalato una rilevante novità e rassicurato la Corea del Sud, dove è in visita per due giorni, sull'impegno Usa contro le turbolenze di Pyongyang, che oggi, in occasione dell'82/mo anniversario della fondazione delle Forze armate, ha usato la consueta retorica e ventilato la "guerra nucleare che può scoppiare nella penisola in ogni momento". La situazione, tuttavia, è apparsa seria: la Corea del Nord "è pronta in tutto e per tutto a effettuare il test nucleare", è stato l'allarme lanciato nella conferenza stampa congiunta dalla presidente sudcoreana Park Geun-hye. Potrebbe essere il quarto, dopo quelli del 2006, del 2009 e del 2013, magari del "nuovo tipo" annunciato a fine marzo da Pyongyang. "Siamo sicuri che lo possono fare in ogni momento", ha aggiunto Park, convenendo con l'ospite che Corea del Sud e Stati Uniti "faranno di tutto per esercitare la deterrenza delle provocazioni". Secondo Obama, di fronte alla imprevedibilità dello scomodo alleato, anche Pechino ha ormai capito la reale situazione. "Ed è un segnale incoraggiante", ha osservato fornendo altri inediti dettagli: "Dai colloqui che ha avuto Park (gli ultimi proprio sul timore del test nucleare, ndr) con Xi (Jinping, il presidente cinese, ndr), io stesso con Xi e altri ancora, mi sembra ormai chiaro", ha aggiunto Obama. La situazione della Corea del Nord "è preoccupante, non solo perché minacciano un alleato, ma anche perché costituiscono una minaccia per gli Stati Uniti. Hanno sviluppato missili e hanno sviluppato il nucleare". Sulle mosse future, "continuiamo a premere sulla Corea del Nord perché cambi approccio", perché capisca che "le minacce non portano a nulla". In questo scenario, "è incoraggiante" che la Cina "stia cominciando a riconoscere che la Corea del Nord sia non solo un fastidio, ma anche un problema significativo per la propria sicurezza", una "minaccia significativa". In considerazione del momento particolare, con le turbolenze del Nord, Usa e Corea del Sud hanno deciso di riconsiderare i tempi del trasferimento, fissati ora al 2015, del controllo in caso di guerra delle truppe sudcoreane da Washington a Seul. Intanto, in piena notte, è giunta una sorpresa dalla parte superiore del 38/mo parallelo: la Corea del Nord ha reso noto di aver arrestato il 10 aprile scorso un turista americano di 24 anni, Miller Matthew Todd, per "comportamento aggressivo" nelle formalità di ingresso nel Paese. Il breve dispaccio dell'agenzia ufficiale del regime, Kcna, ha fornito una ricostruzione curiosa dei fatti. Il giovane americano, in possesso di un visto turistico, lo avrebbe strappato al momento dei controlli gridando che "avrebbe richiesto asilo" e di "essere andato in Corea del Nord avendola scelta come rifugio". Un comportamento da considerare come "grave violazione dell'ordinamento giuridico" della Corea del Nord. Le autorità competenti sul caso hanno preso il turista americano "in custodia dopo aver redatto un rigoroso rapporto sul suo comportamento" e stanno ora indagando sul caso. Da novembre 2012 il missionario americano di origini coreane, Kenneth Bae, è in carcere a Pyongyang essendo stato condannato a 15 anni di lavori forzati per "cospirazione" contro lo Stato comunista.
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