sabato 7 giugno 2025
Portato via nella notte mentre rientrava a Maiduguri dopo aver celebrato Messa in un'altra località. Al vescovo ausiliare fornita la prova che è vivo. La commozione degli ex parrocchiani in Alaska
Il sacerdote rapito

Il sacerdote rapito - Fides / diocesi di Fairbanks

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«Ho potuto parlare con padre Afina. Sta bene ed è in buone condizioni. Speriamo che possa essere liberato presto» ha detto all’Agenzia Fides il vescovo John Bogna Bakeni, ausiliare di Maiduguri (capitale dello stato di Borno, nella Nigeria nordorientale) confermando la notizia del rapimento di padre Alphonsus Afina, sacerdote nigeriano che per anni ha prestato servizio in Alaska. «Padre Afina è stato rapito la notte di domenica 1° giugno nei pressi di Gwoza mentre rientrava a Maiduguri dopo aver celebrato Messa» ha precisato il vescovo. I rapitori hanno poi contatto la diocesi per telefono fornendo la prova che padre Afina è vivo. L’area di Gwoza è alquanto insicura per la presenza delle due fazioni principali nelle quali si è diviso il gruppo islamista Boko Haram: quella denominata Jama’tu Ahlis Sunna Lidda’awati wal-Jihad (Jas) e l’Islamic State West Africa Province (Iswap), ovvero la "provincia dell'Africa occidentale dello Stato islamico, Isis".

La notizia del rapimento, riporta Fides, ha suscitato forte emozione anche nella diocesi statunitense di Fairbanks in Alaska, dove padre Afina ha prestato servizi per sei anni e mezzo, dal 2017 al 2024, nei villaggi della Penisola di Seward. Durante la sua permanenza, aveva seguito corsi online per conseguire una laurea in psicologia e consulenza, con l'intenzione di fondare un centro traumatologico per le vittime di Boko Haram una volta tornato in Nigeria. Il 3 giugno la diocesi di Fairbanks ha celebrato una Messa per pregare per il ritorno del sacerdote alla sua famiglia. Più di 200 parrocchiani hanno partecipato e altri hanno seguito in diretta streaming.

«La gente in Nigeria è molto religiosa - ha detto a Fides don Solomon Patrick Zaku, Direttore nazionale delle Pontificie Opere Missionarie in Nigeria -. Nonostante attacchi e violenze i fedeli continuano a recarsi in parrocchia. Quando vedete sui social media le zone colpite dagli attacchi, potreste pensare che i fedeli disertino le funzioni religiose, invece questi continuano a recarsi a messa nonostante le condizioni di sicurezza precarie. La Chiesa fa del suo meglio per consolare e fortificare le popolazioni che vivono in situazioni precarie e d’insicurezza».

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