sabato 11 febbraio 2023
Il pugno di ferro del regime di Ortega si è vendicato sul pastore di Matagalpa che non ha voluto lasciare il suo popolo e il suo clero
Rifiuta l'esilio, condannato a 26 anni di carcere il vescovo Álvarez

Vatican Media

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Ha preferito il carcere al “destierro”, all’esilio negli Stati Uniti. Monsignor Rolando Álvarez, il vescovo di Matagalpa in prima linea contro la violazione dei diritti umani in Nicaragua, era nella lista dei 222 oppositori scarcerati a sorpresa giovedì dal dittatore Daniel Ortega e della moglie Rosario Murillo, e deportati negli Usa. Ma si è rifiutato di salire sull’aereo e di abbandonare il Paese.

È stato condannato a 26 anni e 4 mesi di carcere, privato della nazionalità e i suoi diritti di cittadino sono stati sospesi a vita.

Ieri era stato lo stesso Ortega, in un discorso in tv, a fare riferimento al vescovo, con la Chiesa nicaraguense nel mirino del regime, che li accusa di complicità nella rivolta pacifica dell’aprile 2018, per aver cercato di proteggere i manifestanti dalla butale repressione, costata 350 vittime. «Chi non è voluto salire sull’aereo è stato il personaggio Álvarez… Esige una riunione con i vescovi. Una cosa assurda, la decisione era dello Stato e lui non la poteva discutere. Ora sta nel carcere La Modelo», ha commentato l’ex guerrigliero sandinista Ortega, rieletto per il quarto mandato a fine 2021 in elezioni-farsa, precedute da decine di arresti di dissidenti e di 7 candidati alle presidenziali.

Il dittatore del Nicaragua, Daniel Ortega, mostra la lista dei 222 oppositori che ha mandato in esilio negli Usa, in accordo col governo Biden. Ma uno si è rifiutato di partire: il vescovo Álvarez

Il dittatore del Nicaragua, Daniel Ortega, mostra la lista dei 222 oppositori che ha mandato in esilio negli Usa, in accordo col governo Biden. Ma uno si è rifiutato di partire: il vescovo Álvarez - Ansa / Epa / Presidenza del Nicaragua

Erano quasi tutti nella lista dei 222 liberati – dei 235 prigionieri politici censiti – caricati giovedì su tre bus, imbarcati su un volo e deportati in massa a Washington, dopo che il regime li ha dichiarati «apolidi». Ortega ha confermato che del “baratto” con l’ambasciata Usa si è occupata Rosario Murillo. «Non abbiamo negoziato nulla, non stiamo chiedendo di revocare le sanzioni», ha detto il “caudillo”, sempre più isolato sul piano internazionale. «È un passo costruttivo per affrontare gli abusi contro i diritti umani e apre le porte a un maggiore dialogo fra Stati Uniti e Nicaragua», ha dichiarato il segretario di Stato nordamericano, Anthony Blinken.

Mentre il presidente Biden he rilevato: «Se si tratti di un vero cambio è da vedere». Fra gli esiliati, Dora Maria Téllez, la Comandante Dos eroina della rivoluzione sandinista, Cristina Chamorro o Félix Mariafdiaga. Liberati anche gli ultimi 7 religiosi di Matagalpa condannati per «cospirazione». Non figurano invece nella lista padre Manuel Salvador García e monsignor José Leonardo Urbina, entrambi in attesa di giudizio per «tradimento della patria».

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