mercoledì 6 maggio 2015
​L'Unicef: aumentano i rischi sanitari. E i minori soli sono i più esposti a forme di sfruttamento, violenza, tratta.
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L'emergenza in Nepal non è finita, è appena iniziata. E il rischio maggiore riguarda i bambini. A lanciare l'allarme è Andrea Iacomini, portavoce di Unicef Italia: "Rivolgo un appello affinché non si abbassi l'attenzione su un sisma che ha devastato una popolazione già stremata da condizioni di vita precarie. Ci sono oltre 1,7 milioni di bambini che hanno urgente bisogno di aiuto. Molti hanno perso tutto, sono rimasti orfani e necessitano di protezione contro ogni forma di sfruttamento, violenza, tratta alle quali sono esposti in situazioni come queste".  "I numeri di questo inferno sono impressionanti. Oltre 24 mila persone - prosegue Iacomini - vivono in campi provvisori a Kathmandu, sono oltre 130 mila le case distrutte e l'arrivo della stagione monsonica desta grandi preoccupazioni. Malgrado l'azione dell'Unicef sul campo crescono i rischi di malattie come morbillo e diarrea, specialmente tra i bambini. Abbiamo già vaccinato 500 mila bambini contro questi rischi ma a destare preoccupazione sono i piccoli che vivono nelle zone più remote a nord ovest di Kathmandu dove è ancora difficile arrivare". "Il nostro staff - conclude - è al lavoro per portare igiene e medicinali ovunque. È il momento di raggiungere gli irraggiungibili o i numeri di questa tragedia lieviteranno". - AIUTA IL NEPAL CON CARITAS

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