sabato 23 aprile 2022
Il sospetto è che però i generali vogliano soltanto nascondere la volontà di separare le guerriglie etniche dalle Forze di difesa popolare
Il capo della giunta golpista, il generale  Min Aung Hlaing

Il capo della giunta golpista, il generale Min Aung Hlaing - Ansa

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Colloqui mirati «a mettere fine al conflitto armato». È quanto ha chiesto venerdì alle milizie etniche il generale Min Aung Hlaing a capo della giunta militare che dal primo febbraio 2021 ha preso il potere in Myanmar. Una mossa vista come dimostrazione di debolezza da parte dei militari sottoposti agli attacchi di gruppi armati che, spesso in disaccordo tra loro, hanno nell’ostilità verso le forze armate un comune denominatore e che negli ultimi quindici mesi hanno riaperto le ostilità.
La mano tesa dei generali potrebbe però nascondere la volontà di separare le milizie etniche dalle Forze di difesa popolare che fanno riferimento al Governo di unità nazionale attivo dalla clandestinità e da altre forze della resistenza che comunque si riconoscono nel simbolo costituito da Aun San Suu Kyi. Davanti a quasi 1.800 morti, a 13mila arrestati da parte del regime e a un numero di profughi che ha raggiunto i 560mila, la proposta ha finora suscitato più perplessità che interesse.

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