lunedì 3 agosto 2020
Aveva 83 anni. Campione di diritti umani e pacifista, volto moderato del cattolicesimo nordirlandese. A lui si deve l'avvio delle trattative con lo Sinn Fein che portò all'accordo del Venerdi santo
John Hume parla al parlamento europeo di Strasburgo

John Hume parla al parlamento europeo di Strasburgo - Ansa

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Quando “Avvenire” lo intervistò, nel 1994, parlò dei lunghi anni di discriminazione subiti, durante i quali gli veniva impedito di lavorare, in quanto cattolico, e della difficoltà di non ribellarsi, ricorrendo alla violenza, a quella situazione profondamente ingiusta. Allora John Hume, morto oggi, a 83 anni, raccontò come i fedeli alla Chiesa di Roma fossero stati, per anni, privati dei diritti civili.

E' stata proprio questa sua dedizione completa, assoluta, profondamente cattolica, alla non violenza a rendere Hume, nelle parole usate oggi dall'ex premier britannico Tony Blair, "un gigante assoluto della politica". E' ancora Blair che, insieme al suo corrispondente irlandese Bertie Ahern, firmò l'accordo del Venerdì Santo del 10 aprile 1998 , che pose fine alla violenza in nord Irlanda, a riconoscere al grande leader il merito della pace. "Fu lui a convincermi che la pace fosse possibile", ha dichiarato ancora Blair.

Hume è stato il volto pacifico e moderato del cattolicesimo nordirlandese, colui che ha avuto il coraggio di incontrare, in segreto, il terrorista e paria politico Gerry Adams, leader dello "Sinn Fein", il braccio politico dell'Ira per convincerlo a deporre le armi. E poi a portare allo stesso tavolo delle trattative anche i leader dei partiti protestanti, un risultato che nessuno avrebbe mai pensato possibile.

Si deve a lui la prima vera pace ritornata in quel fazzoletto di terra nel nord della Repubblica d’Irlanda, tormentato, dalla fine degli anni sessanta, da una sanguinosissima guerra civile. Per essere riuscito a porre la parola fine a trent’anni di violenza vinse, qualche mese dopo l'Accordo del Venerdi Santo, il 16 ottobre 1998, il premio Nobel insieme con il dirigente protestante del Partito unionista dell'Ulster David Trimble che aveva collaborato con lui al progetto di pace.

Nato in quella che i cattolici chiamano Derry, il 18 gennaio 1937, in una famiglia cattolicissima, anche se aveva un bisnonno presbiteriano e protestante, Hume si formò nel seminario di saint Patrick, a Maynooth, in Irlanda, a circa venti chilometri da Dublino, destinato al sacerdozio. Tra i suoi insegnanti vi fu il futuro Primate d'Irlanda Tomas O Flaich. Abbandonò però la via dell'ordinazione. Ottenne un Master e rientrò nella sua città natale per diventare un insegnante e uno dei membri fondatori delle cooperative che aiutavano i cattolici a trovare lavoro.

Ex insegnante e attivista per i diritti umani, Hume era stato per diversi anni, fino al 2001, il leader del Partito socialdemocratico e laburista (Sdlp), di cui era stato tra i fondatori nel 1970. Il Premio Nobel è morto in una casa di riposo, nella sua nativa Londonderry, nelle prime ore di oggi, come ha fatto sapere la famiglia con un comunicato.

Hume, che si era formato alla scuola delle battaglie per i diritti civili del 1968, decise di incontrare segretamente Gerry Adams, leader dello "Sinn Fein" il braccio politico dei terroristi dell'Ira, a partire dalla fine degli anni ottanta. Fu una scelta corraggiosa e solitaria, che fu molto criticata, quando si venne a sapere, nel 1993 che questo politico rispettabile aveva avvicinato Gerry Adams coinvolto in prima linea con i terroristi dell'Ira. Un suo avversario nordirlandese unionista accusò addirittura Hume di "aver venduto la sua anima al diavolo".

Tuttavia il futuro premio Nobel era un vero visionario. Dalla sua casa di Londonderry vedeva Bogside, il quartiere cattolico attraversato dalle bombe e dei proiettili della guerriglia costante tra i terroristi dell'Ira e le truppe dell'esercito britannico, cominciata negli anni sessanta. Aveva capito che la pace rischiava di non tornare più in quella regione che tanto amava, rimasta territorio britannico, quando la Repubblica d'Irlanda venne istituita, nel 1922, ma, geograficamente e, per almeno metà della sua popolazione, religiosamente e culturalmente, irlandese a tutti gli effetti.

L'ex insegnante cattolico e sindacalista si fece politico, come disse lui stesso, "per risolvere quel problema non per assicurarsi un impiego". Formato dalla dottrina cattolica della Chiesa, europeista fino al midollo, Hume capì che il nazionalismo non aveva futuro in un'Europa che si avviava a realizzare il sogno dei padri fondatori di un'entità politica che avrebbe superato le nazioni. Nei suoi viaggi a Strasburgo e Bruxelles intuì che sarebbe stata la struttura dell'Unione Europea ad aiutarlo a trovare una via d'uscita dal conflitto. Elaborò, così, il sogno di un nord Irlanda che si sarebbe autogovernato con le due popolazioni, cattolica e protestante, che avrebbero avuto diritti uguali, garantiti dal Regno Unito e dalla Repubblica d'Irlanda con l'Europa sullo sfondo. In un modello che avrebbe potuto diventare la via d'uscita per altri conflitti.

E cosi fu.

John Hume e David Trimble alla vigilia del referendum del 22 maggio 1998

John Hume e David Trimble alla vigilia del referendum del 22 maggio 1998 - Ansa

“La morte di John Hume rappresenta la perdita della figura politica più significativa del ventesimo secolo”, ha dichiarato l’attuale leader dello Sdlp Colum Eastwood, “Si tratta di un momento storico per queste isole ma, soprattutto, di un momento di profondissima tristezza”.

Hume, nazionalista moderato e promotore dei diritti umani, avviò quelle prime trattative con Gerry Adams, all’epoca il leader dello “Sinn Fein”, il braccio politico dell’”Ira”, che avrebbero portato all’”Anglo-Irish agreement”, l’accordo tra il governo britannico e quello irlandese che aprì, poi, la via al processo di pace e all’abbandono delle armi da parte di terroristi dell’Ira.

“Tutti noi dovremmo inchinarci, in segno di rispetto e gratitudine, davanti a John Hume”, ha dichiarato il ministro degli esteri irlandese Simon Coveney. “Che uomo straordinario, portatore di pace, politico, leader, attivista dei diritti umani, ispirazione per tutti noi".

A rendergli tributo sono stati gli ex premier britannici Tony Blair, che firmò l’accordo del venerdi santo del 10 aprile 1998, e John Major. “John Hume è stato un gigante della politica”, ha detto Blair, “Un vero visionario che si è rifiutato di credere che il futuro deve essere uguale al passato. Il suo contributo alla pace, in nord Irlanda, è stato di proporzioni epiche”.

“John Hume si è guadagnato un posto d’onore nella storia irlandese ed è stato uno dei più entusiasti guerrieri per la pace”, ha dichiarato John Major.

Anche il premier britannico Boris Johnson ha reso omaggio a Hume, definendolo un “gigante politico” che ha fatto moltissimo per mettere la parola fine ai “troubles” nordirlandesi, la guerriglia, cominciata negli anni sessanta, che si considera finita proprio con l’accordo del Venerdi Santo.

“John Hume è stato, semplicemente, un gigante politico. Apparteneva, completamente e in modo orgoglioso, alla tradizione politica che voleva perseguire i propri obbiettivi soltanto attraverso mezzi pacifici e democratici”, ha detto Johnson.

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