mercoledì 14 maggio 2025
José "Pepe" Mujica, 89 anni, si era ritirato dalla vita pubblica a gennaio. La Bbc l'aveva definito «il capo di Stato più umile del mondo», donava il 90% del suo stipendio in beneficienza
L'ex presidente dell'Uruguay José "Pepe" Mujica (1935-2025) al quartier generale del suo partito a Montevideo lo scorso marzo

L'ex presidente dell'Uruguay José "Pepe" Mujica (1935-2025) al quartier generale del suo partito a Montevideo lo scorso marzo - Ansa

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«Anche il guerriero ha diritto al suo riposo». Già a inizio anno l'ex presidente dell'Uruguay, José "Pepe" Mujica, morto questa notte all'età di 89 anni a Montevideo, aveva salutato la vita pubblica. «Il mio tempo è finito», aveva detto il 10 gennaio, rendendo pubblica la sua malattia - cancro all'esofago, che ha descritto con schiettezza - mentre chiedeva di «non rilasciare più interviste» ma di poter salutare affettuosamente i suoi connazionale. Verrà ricordato come il «presidente povero, e amico dei poveri» al quale neppure il potere ha tolto la capacità di sognare. L'ultimo sospiro di "Pepe" è stato annunciato su X dal suo delfino, il presidente uruguaiano Yamandú Orsi, che ha scritto: «Ci mancherai molto, caro vecchio. Grazie per tutto ciò che ci hai dato e per l'amore donato al tuo popolo».

Nato il 20 maggio 1935, Mujica ha militato nel Movimento di liberazione nazionale "Tupamaros" ed è stato detenuto per in quattro occasione, trascorrendo almeno 15 anni di prigionia. La sua ultima detenzione è avvenuta tra il 1972 e 1985, venendo preso in ostaggio dalla dittatura militare che governò il Paese nello stesso periodo. Con il ritorno della democrazia è stato parlamentare e ministro dell'Agricoltura e infine presidente della Repubblica oriental dell'Uruguay dal 2010 al 2015. Durante il suo governo è stato definito «il capo di Stato più umile del mondo» dalla testata londinese Bbc a causa del suo stile di vita semplice e della donazione del 90% del suo stipendio mensile, 12mila dollari, a poveri, Ong e piccoli imprenditori.

Ora l'America Latina piange un uomo entrato in politica per predicare con l'esempio. Lo stesso papa Francesco lo aveva definito un «esempio per la politica latinoamericana e del mondo» descrivendolo come «un politico di razza», tra quelli che sono a rischio estinzione. Fino a domani il suo "Paisito", piccolo Paese, come lo chiamava lui stesso, potrà dargli un ultimo saluto. Gli sarà dedicato un corteo funebre che partirà dal Palazzo di governo ("Torre Ejecutiva") facendo tappa in diversi punti di Montevideo, che ricordano alcuni passaggi della sua vita: dalla sede del "Frente Amplio", passando per il Movimento di Partecipazione popolare e il Palazzo legislativo.

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