sabato 24 luglio 2010
Sale la tensione alla vigilia delle grandi esercitazioni navali di Usa e Corea del Sud nelle acque del mar del Giappone. Per Pyongyang si tratta di «una violazione della propria sovranità» che scatenerà «una guerra sacra di rappresaglia».
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Sale la tensione in Estremo Oriente a meno di 48 ore dall'avvio delle grandi esercitazioni navali, con un robusto supporto aereo, di Usa e Corea del Sud nelle acque del mar del Giappone: la Corea del Nord ha minacciato il ricorso a una «potente dissuasione nucleare» poche ore dopo che il segretario di Stato americano Hillary Clinton aveva invitato i Paesi asiatici al varo della stretta dei rapporti con la Corea del Nord.Pyongyang dapprima ha minacciato una «risposta fisica» come reazione alle manovre militari in programma da domenica a mercoledì prossimi, considerate una «violazione della propria sovranità». In nottata, poi, l'annuncio più esplicito e bellicoso: la Corea del Nord è pronta «a una guerra sacra di rappresaglia», ha scritto l'agenzia ufficiale nordcoreana Kcna citando la Commissione della difesa nazionale di Pyongyang. «L'esercito e il popolo» della Corea del Nord, afferma ancora la Kcna, «si opporranno in maniera legittima con la loro potente dissuasione nucleare alle esercitazioni di guerra nucleare, le più rilevanti mai organizzate dagli Stati Uniti e le forze dalla marionetta sudcoreana».Il palcoscenico del nuovo scontro tra Washington e Pyongyang, a conferma delle turbolenze destinate ad aumentare, è il Forum dell'Asean (l'Associazione delle nazioni del sudest asiatico) sulla sicurezza regionale di Hanoi, in Vietnam, il più grande consesso di dialogo sulla sicurezza nell'area Asia-Pacifico.L'ex First Lady, invitando a rafforzare le pressioni sulla giunta militare del Myanmar per le riforme democratiche e a mandare un «segnale chiaro» all'Iran e alle sue ambizioni nucleari, ha rimarcato che «la misura della solidità della comunità internazionale è la risposta che genera alle minacce dei Paesi aderenti, sia dei vicini sia nella regione».Gli Stati Uniti, appena mercoledì, hanno annunciato nuove sanzioni contro Pyognyang («tutte finalizzate a colpire il regime»), proprio mentre il capo della diplomazia americana era in visita in Corea del Sud, sulla linea smilitarizzata al 38/mo parallelo che taglia in due la penisola. Nel mirino, secondo le prime indiscrezioni, è finito un centinaio di conti bancari esteri, sospettati di essere al servizio di operazioni illecite di Pyongyang sulla proliferazione e compravendita di armi.«Sono manovre contro la sovranità della Corea del Nord e la sua sicurezza», ha ribattuto Ri Tong-il, portavoce della delegazione del Nord al Forum, cui aderiscono 27 Paesi, tra cui quelli dell'Asean, le potenze regionali come Cina, Giappone e Russia insieme a Stati Uniti, Unione europea e Canada.«È una minaccia per la penisola coreana e per la regione asiatica nel complesso», ha osservato ancora Ri sulle imponenti esercitazioni, aggiungendo che la posizione della Corea del Nord è chiara: «Ci sarà una risposta fisica alla minaccia degli Usa sul piano militare».L'iniziativa di Washington e Seul, cui si aggiungerà per la prima volta assoluta il Giappone con il ruolo di osservatore, è stata decisa come reazione all'affondamento della corvetta sudcoreana Cheonan (costato la vita a 46 marinai), la cui responsabilità è stata attribuita a Pyongyang, che da parte sua ha sempre smentito ogni coinvolgimento.«Un messaggio per colpire la condotta aggressiva contro il Sud», ha ribadito l'ex First Lady, che prenderà forma con lo schieramento della portaerei a propulsione nucleare Uss George Washington, di una ventina tra navi e sottomarini, di oltre 200 aerei e di un totale di 8.000 militari. Troppi mezzi e uomini, tanto da far irritare la Cina.
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