martedì 5 novembre 2013
A Milano erano qualche centinaio, molti di più a Washington e a Brisbane, in Australia. A Catania la pioggia ha funestato la marcia, nelle Filippine e in Giappone si sono svolte manifestazioni molto colorate​.
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Con tutta probabilità (ma è in corso la solita guerra di cifre) la Million March Mask si è fermata ben prima di raggiungere il milione di partecipanti. Ma un risultato l'ha avuto: ha portato in 450 piazze del mondo giovani (e meno giovani) molto diversi, tutti uniti dal medesimo obiettivo: protestare contro i controlli dei Governi su internet.A Milano erano qualche centinaio, molti di più a Washington. Se a Catania la pioggia ha funestato la marcia (come raccontano su Twitter e Facebook i partecipanti), nelle Filippine e in Giappone si sono svolte manifestazioni molto colorate. Il tema, come i lettori sanno bene, è spinoso. Da una parte c'è il sacrosanto diritto alla privacy di ogni individuo, dall'altra gli inevitabili controlli (in parte o del tutto, a seconda delle posizioni in campo) dei Governi che devono vigilare sulla sicurezza. Una cosa - comunque la si pensi - la Million March Mask ha dimostrato: che ormai esiste davvero un popolo della rete che è pronto a far sentire la sua voce e a difendere la propria privacy, abbandonando per una volta il salotto di casa o la scrivania dell'ufficio.
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