mercoledì 11 aprile 2012
Secondo una nuova perizia è capace di intendere. Potrebbe così evitare il manicomio a vita. Rischia al massimo 21 anni. Prima era stato giudicato «schizofrenico».
Breivik e quella linea sottile tra sanità mentale e pazzia di Andrea Lavazza
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Anders Behring Breivik, il pluriomicida norvegese, è stato ritenuto capace di intendere e di volere quando il 22 luglio dell’anno scorso compì una strage, uccidendo 77 persone. Ciò gli apre quindi la possibilità di essere giudicato con il metro solitamente adottato per gli assassini comuni, subendo una condanna limitata nel tempo (al massimo 21 anni) e sottraendolo all’eventuale reclusione in un manicomio criminale dove, secondo una legge recentemente approvata, dovrebbe invece restare per tutta la vita.Egli era sano di mente quando commise la strage. Lo ha dichiarato, a conclusione di un rapporto di oltre 300 pagine una coppia di psichiatri, Terje Toerrisen e Agnar Aspaas , che ha esaminato a lungo lo stato mentale di Breivik. Il loro giudizio è in aperto contrasto con il referto steso alcuni mesi fa da un’altra coppia di esperti psichiatrici, Torgeir Husby e Synne Serheim, che aveva invece definito lo stato mentale di Breivik fortemente alterato da una grave forma di paranoia schizofrenica.  Secondo lo psicologo legale Paal Groendal ciò rende oltremodo difficile il lavoro dei giudici nel corso del processo che avrà inizio il 16 aprile prossimo e molto dipenderà dal comportamento di Breivik in aula. L’imputato aveva contestato decisamente il giudizio espresso dai due primi psichiatri e, aderendo ad una sua esplicita richiesta, gli avvocati difensori cercheranno di convincere i giudici che Breivik era pienamente cosciente delle proprie azioni quando fece detonare la bomba nei pressi del Parlamento di Oslo, uccidendo otto persone, e falciando con raffiche di mitra i giovani convenuti nel campeggio dell’isola di Utöya, facendo altre sessantanove vittime. L’avvocato Geir Lippestad ha detto: «Il mio cliente era perfettamente in linea con la sua convinzione che sia in atto un tentativo di islamizzare l’Europa. Egli si considera un soldato ed ha voluto indicare, con il proprio esempio, la via da seguire per contrastare questo attacco».A conferma della propria tesi, gli avvocati di Breivik convocheranno come testimoni tre noti terroristi islamici disposti a dichiarare la reale esistenza in Norvegia ed in altre nazioni europee di gruppi convinti che sia in corso una guerra fra il cristianesimo e l’islam. Fra essi si trova anche il noto blogger norvegese Fjordman ai cui testi Breivik si è largamente ispirato per stendere il suo cosiddetto «manifesto ideologico».Gli esponenti islamici convocati come testimoni sono il Mulla Krekar, Arfan Bhatti e Mohyeldeen Mohammad, noti per il loro fanatismo religioso. Mulla Krekar, ad esempio, è stato condannato tre settimane fa a cinque anni di carcere per avere minacciato di uccidere politici norvegesi e cittadini curdi residenti in Norvegia. Egli proviene dall’Iraq dove fondò, a suo tempo, l’organizzazione Ansar al-Islam. Secondo una sentenza dell’Alta Corte di giustizia norvegese egli rappresenta un pericolo per la società e dovrebbe essere espulso, ma la Norvegia non è riuscita a concludere con l’Iraq un accordo con il quale si garantisca che Krekar non venga messo a morte dato che su di lui pesa una condanna alla pena capitale. §Arfan Bhatti fu il primo ad essere incriminato in base alla legge antiterrorismo adottata dopo l’attacco alle torri gemelle di New York nel 2001. Fu accusato di aver progettato di far saltare in aria le ambasciate americana ed israliana, ma fu poi condannato soltanto per aver sparato delle raffiche di mitra contro la sinagoga di Oslo. Mohyeldeen Mohammed ha studiato in Arabia Saudita ed ha organizzato numerose manifestazioni, anche violente, antiamericane ed antiisraeliane ad Oslo.
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