sabato 8 maggio 2010
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L'impatto della macchia di petrolio nel Golfo del Messico sull’equilibrio ecologico della costa Usa comincia a farsi sentire. La massiccia onda di greggio ha raggiunto ieri le Isole Chandeleur, un paradiso ambientale al largo della Louisiana dove sono stati avvistati i primi cormorani incatramati. E domani potrebbe abbattersi in pieno sulle coste dello Stato. Cinque anni dopo Katrina, insomma, New Orleans si trova ancora ad aspettare nervosamente il peggio. Nonostante la gigantesca cupola in cemento e acciaio della British Petroleum abbia gradualmente coperto il pozzo petrolifero danneggiato, la marea continua infatti ad avanzare. La complicata manovra, ultimata in serata, ha richiesto oltre dieci ore di lavoro ed è terminata con la posa della gigantesca struttura in acciaio e cemento - alta 12 metri, con un peso pari a 100 tonnellate - negli abissi del mare. Per il gruppo petrolifero, che si prepara d’altra parte a staccare gli assegni per i risarcimenti dell’incidente, le difficoltà tecniche sono state tante: gli ingegneri Bp hanno infatti manovrato dei robot sub-acquatici in mezzo alla totale oscurità, tra forti correnti marine e l’alta pressione.Gli stati Usa, dalla Louisiana alla Florida, minacciati dall’arrivo del greggio hanno assistito con speranza alla complicata manovra a circa 80 chilometri dalla costa, dove è stato calato negli abissi il mega-imbuto che deve contenere la perdita di greggio, un’operazione mai tentata prima a simili profondità, oltre 1.500 metri sotto la superficie. La cupola sarà collegata alla superficie da un lungo tubo con il quale, se tutto andrà come previsto, il greggio (5mila barili al giorno) sarà aspirato in superficie e travasato in una petroliera.L’amministratore delegato di Bp, Tony Hayward, si è detto convinto che la battaglia contro il fiume di petrolio verrà vinta e ha paragonato lo sforzo della sua compagnia allo “sbarco in Normandia”.«Confidiamo che sia un successo, perchè ci darebbe più fiducia. Ma sapremo i risultati solo nel fine settimana», ha precisato intanto il ministro alla sicurezza interna, Janet Napolitano, da ieri in visita nei luoghi più a rischio della marea inquinante. La Napolitano ha annunciato che oltre 34 miglia di galleggianti sono stati dispiegati sulla superficie del mare al largo dalle coste del Mississippi: ma in totale, ha precisato, le boe anti-greggio si trovano già disposte lungo 100 miglia delle coste del Golfo del Messico. E stanno lavorando alla missione contro il petrolio circa 10mila persone e 270 imbarcazioni di diverso tipo. Ma il ministro non ha potuto scartare il rischio che la marea diventi «un disastro senza precedenti».
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