giovedì 4 luglio 2019
Morto un honduregno detenuto a Houston, seconda vittima in 48 ore nel Texas. La denuncia e le foto contenute in un report del Dipartimento per la Sicurezza nazionale: «Strutture ormai al collasso»
Le condizioni pietose in cui sono tenuti i migranti alla stazione di raccolta di McAllen, in Texas, documentate in un report del Dipartimento della sicurezza interna / Ansa

Le condizioni pietose in cui sono tenuti i migranti alla stazione di raccolta di McAllen, in Texas, documentate in un report del Dipartimento della sicurezza interna / Ansa

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L’America festeggia oggi il proprio 243esimo compleanno con una celebrazione che il presidente Donald Trump ha promesso essere «indimenticabile». Mentre, ieri, Washington terminava gli ultimi dettagli, l’ispettore generale del dipartimento della Sicurezza nazionale ha lanciato una preoccupante allerta.

I centri di detenzione per migranti in Texas, in particolare quello di McAllen, soffrono un «pericoloso sovraffollamento» definito «una bomba ad orologeria» che mette a rischio sia i detenuti – un cittadino dell’Honduras è morto ieri, il secondo in 48 ore – che il personale. Le immagini di centinaia di individui stipati in gabbie di metallo e in condizioni deplorevoli, separati dalla famiglia, senza accesso a sapone, acqua o coperte, stanno offuscando la reputazione del Paese da alcuni mesi. Il rapporto consegnato subito dopo la visita di alcuni legislatori al confine meridionale, però, ha messo nero su bianco, una dopo l’altra, le violazioni dell’Amministrazione.

Nell’esortare il dipartimento della Sicurezza nazionale ad intraprendere azioni immediate e decise, l’ispettore generale ha sottolineato che tra gli ottomila in custodia nell’area del Rio Grande, oltre 3400 migranti – tra cui 826 bambini – sono stati trattenuti oltre le 72 ore massime previste dalla legge. Un’immagine mostrava un individuo stipato insieme ad altri 87 in una cella della capienza massima di 41. Era lì da quaranta giorni. È vero che – secondo i dati raccolti dalle autorità di frontiera – tra l’ottobre 2018 e il maggio di quest’anno sono entrati in Texas oltre 223mila migranti. A far collassare il sistema non è, però, l’incremento del flusso bensì la scelta della Casa Bianca di rinchiudere le famiglie, che prima venivano rilasciate fino all’udienza. Ora, però, qualcosa potrebbe cambiare.

Martedì, un tribunale federale Usa – che ha accolto il ricorso presentato dall’organizzazione di difesa dei diritti civili Aclu – ha stabilito che l’Amministrazione non può detenere a tempo indefinito e senza udienza chi, legalmente, chiede asilo all’America. La sentenza, però, non sembra preoccupare il presidente Trump che, impegnato nella sua campagna di rielezione, intende proseguire nella lotta contro l’immigrazione. Subito dopo la festività dovrebbe arrivare l’annunciata «retata» nazionale.

Secondo quanto riferito dal Washington Post, verranno imposte multe salatissime a chi si rifiuta di lasciare il Paese, e a chi fornisce asilo ai migranti, incluse molte chiese.

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