martedì 23 aprile 2013
I due vescovi ortodossi rapiti in Siria ieri sono stati liberati. Yohanna Ibrahim e Boulos Yaziji sono già nella cattedrale di Sant'Elia ad Aleppo. Per la loro liberazione si sono attivate molte personalità internazionali, tra le quali l'ambasciatore greco, l'inviato Onu Lakhdar Brahimi e la Chiesa ortodossa russa.​
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I due vescovi ortodossi rapiti in Siria ieri sono stati liberati. Lo ha annunciato l'associazione umanitaria al servizio dei cristiani in Medio Oriente "Oeuvre d'Orient" in un comunicato, citando fonti siriane. Yohanna Ibrahim e Boulos Yaziji sono già nella cattedrale di Sant'Elia ad Aleppo.
La pagina in arabo del sito di informazione religiosa Zenit.org, che non cita fonti, spiega che per la loro liberazione si sono attivate molte personalità internazionali, tra le quali l'ambasciatore greco, l'inviato Onu Lakhdar Brahimi e la Chiesa ortodossa russa.I due vescovi, che erano stati sequestrati nella città di Aleppo si trovavano in Siria per cercare di liberare i due sacerdoti cristiani rapiti quattro mesi fa: lo ha riferito alla tv libanese Lbc​ Habib Efram, presidente della Lega Siriaca del Libano e segretario generale dell'Unione delle Chiese Cristiane.
Secondo l'Agenzia Nazionale di Notizie, il sequestro dei due era avvenuto quando i due prelati si dirigevano in auto, guidata da un sacerdote, da un villaggio vicino alla frontiera turca verso Aleppo; e quando stavano per arrivarvi, un gruppo di miliziani armati ha ucciso il conducente e li ha obbligati a scendere dal veicolo e a seguirli.
Il sequestro dei due vescovi è stato condannato da leader cristiani e musulmani. Il muftì del Libano, la massima autorità religiosa, sceicco Mohamad Rachid Kabani ha detto che l'accaduto è un tentativo di "infangare l'immagine dell'Islam" e ha condannato gli attacchi contro religiosi di qualsiasi comunità. Anche papa Francesco segue con preoccupazione la vicenda e prega "intensamente" per la salute e la liberazione dei due vescovi ortodossi in Siria. ​
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