giovedì 14 febbraio 2013
​Voto unanime in Parlamento. Il prossimo passo è la modifica della Costituzione per inserire le «prerogative degli indigeni».
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​Non solo una misura legislativa: l’Australia ieri ha compiuto un passo importante verso il riconoscimento della piena parità legale e dignità dei suoi più antichi abitanti. Con un voto unanime, la Camera dei Deputati del Parlamento di Canberra ha approvato il disegno di legge che riconosce gli aborigeni e gli isolani dello Stretto di Torres come primi abitanti dell’Australia. Ora si va verso un referendum per modificare la Costituzione e introdurre la nuova formulazione nel testo. La consultazione era stata inizialmente prevista entro quest’anno ma il governo laburista di Julia Gillard l’ha rinviata a dopo le elezioni del 14 settembre. La scelta di approvare ieri il disegno di legge non è stata casuale: il 13 febbraio ricorreva il quinto anniversario delle storiche scuse alle minoranze dell’allora premier Kevin Rudd, per leggi e politiche che «inflissero profondo dolore, sofferenze e perdita». Scuse rivolte in particolare alle cosiddette «generazioni rubate», ovvero i figli di 150mila donne indigenti o senza marito – e tra queste un terzo delle madri aborigene dell’epoca – che, nel primo settantennio del secolo scorso, furono sottratti a forza ai genitori naturali. La piena accettazione delle responsabilità da parte del governo federale, con la possibilità di un adeguato risarcimento per le vittime, segnò l’inizio di una riconciliazione tra i discendenti degli immigrati europei e gli aborigeni. «Il Parlamento è impegnato a costruire il consenso nazionale necessario per il riconoscimento dei popoli aborigeni e degli isolani della Stretto di Torres nella nostra Costituzione», si legge nel preambolo della nuova legge, accolta in Aula con grande commozione anche per la presenza di diversi parlamentari e attivisti di origine aborigena. Una iniziativa che il premier Gillard ha presentato come segno di giustizia: «Credo che gli australiani siano pronti ad abbracciare come giusta questa campagna, perché comprendono che la cultura e la storia indigene sono fonte di orgoglio per tutti noi», ha detto. Tony Abbott, leader dell’opposizione conservatrice, ha riconosciuto la validità dell’impegno dei laburisti e ha sottolineato che «prima di tutto» il provvedimento onora «i milioni di aborigeni, viventi o deceduti, che hanno amato questo Paese mantenendo la propria identità e che chiedono oggi soltanto che la loro esistenza e il loro contributo vengano riconosciuti». «L’Australia – ha aggiunto – ha ora la possibilità di fare quello che avrebbe dovuto fare 100 o 200 anni fa».
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