sabato 9 settembre 2023
Nell'area devastata dal terremoto, un quinto delle famiglie è senza istruzione. L’unica attività remunerativa è quella del cinema grazie alla «Hollywood dell’Africa»
Il terremoto in Marocco

Il terremoto in Marocco - ANSA

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Nonostante gli sforzi profusi negli ultimi anni, le autorità di Rabat vengono regolarmente criticate per la persistenza di un «Marocco a due velocità», con un gap sempre più ampio. L'epicentro del sisma si trova infatti in quel «Marocco dimenticato», che corrisponde al «Marocco inutile» secondo la celebre espressione del maréchal Lyautey durante il protettorato francese.

La spinta della placca africana verso quella europea, che genera un movimento di compressione nella catena dell'Atlante, non è l'unica fatalità del Marocco. Nell'Indice mondiale sulla povertà multidimensionale, pubblicato nel 2015 dalla Oxford Poverty and Human Development Initiative (Ophi), l'esame del caso marocchino rileva che la regione di Marrakech-Tensift-Haouz è la maggiormente toccata da questo flagello, avendo un tasso di povertà pari al 28,3 per cento, contro una media nazionale del 15,4 per cento.

Gli abitanti – che parlano il tashelhit, una delle tre varianti berbere del Marocco – subiscono un livello di privazione stimato tra il 33 e il 40 per cento di quello necessario per soddisfare i bisogni essenziali, mentre un quinto di loro vive in un vero stato di indigenza. L'indice stabilito dal centro di ricerca britannico è determinato in base a vari indicatori che comprendono la salute, l'alimentazione, la mortalità infantile, la scolarità con gli anni trascorsi sui banchi e infine il tenore di vita con l'accesso all'elettricità, all'acqua potabile, al gas butano e agli elettrodomestici. Nel caso della regione colpita dal sisma, afferma il rapporto, diverse famiglie non hanno un solo membro che abbia proseguito gli studi per cinque anni consecutivi.

Alcune famiglie hanno già perso due o più figli, mentre la «malnutrizione grave» colpisce diversi nuclei. La stessa fonte precisa che per procurarsi l'acqua potabile, gli abitanti devono a volte camminare fino a 45 minuti. La situazione è leggermente migliore a Ouarzazate e Ksar d’Aït Ben Haddou, a 200 chilometri a sudest di Marrakech, entrambe interessate dal terremoto. Gli abitanti di queste due località, famose per le loro tipiche costruzioni antiche in un affascinante panorama color ocra, traggono vantaggio dall'industria cinematografica che si è sviluppata in quelle che vengono ormai considerate le due «Hollywood del Marocco». La località di Ksar d’Aït Ben Haddou è presa letteralmente d'assalto dai registi nonostante il luogo sia iscritto sulla lista Unesco del patrimonio mondiale.

L'ultimo regista ad approdare – ma sarebbe meglio dire a ritornare – in questo luogo è Ridley Scott che sta attualmente lavorando sul suo Gladiatore II. Le migliaia di comparse reclutate sul posto ricevono una paga fissa in contanti: 300 dirham (circa 27 euro, ndr) a testa per una giornata di 11 ore di lavoro, un quarto di quello che avrebbero incassato le comparse in Europa. Tutto attorno è di nuovo miseria. In alcuni villaggi mancano strade, scuole, dispensari, rete idrica ed elettrica.

Le zone non sono nemmeno coperte dalla rete di telecomunicazioni a causa della poca redditività. Gli abitanti devono percorrere chilometri per effettuare telefonate e, in casi di emergenza, affrontare una corsa a ostacoli e affidarsi al destino.

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