sabato 25 gennaio 2014
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Resta viva l’opposizione dei cattolici fran­cesi verso le pieghe più ideologiche pre­se dalla politica del governo socialista so­prattutto sul fronte della bioetica e della fami­glia. Dopo il durissimo braccio di ferro dell’anno scorso sulle nozze gay, contro le quali milioni di francesi erano scesi in strada nel quadro di cor­tei chilometrici, anche il 2014 comincia all’inse­gna della tensione.Domenica scorsa, il centro di Parigi ha visto sfi­lare circa 40mila manifestanti e tante associa­zioni cattoliche «in nome della vita» e contro gli emendamenti più controversi di una bozza di legge “per l’uguaglianza fra donne e uomini” in discussione all’Assemblea nazionale fino a ieri, in vista di un “voto solenne” in prima lettura pro­grammato martedì prossimo. La bozza sopprime la «sofferenza delle donne» come condizione for­male per il ricorso all’aborto, estendendo in mo­do estremamente controverso pure l’applicazio­ne del «delitto d’ostruzione all’aborto». Sempre sul fronte dell’“egualitarismo” promos­so dal governo, suscita preoccupazione anche la sperimentazione nelle scuole del kit pedagogico “Abc della parità”, ideologicamente vicino alla teoria del gender. Il 2 febbraio, sempre a Parigi, la cordata associa­tiva della Manif pour tous, dove il mondo catto­lico è ben presente, inviterà i francesi a «dire no alla familofobia» del governo, chiedendo un ve­to esplicito del potere centrale alla prospettiva dell’estensione della fecondazione assistita alle coppie omosessuali, così come a ogni forma d’in­troduzione in Francia dell’“utero in affitto”, ver­so il quale l’atteggiamento della maggioranza re­sta contraddittorio. Se il presidente Hollande si è detto contro, una circolare del ministero della Giustizia ha al contempo invitato a regolarizza­re la situazione di stato civile dei bambini nati dal ricorso di cittadini francesi alla maternità sur­rogata in Paesi come Stati Uniti e India. Inoltre, anche la promessa di Hollande di varare entro quest’anno una nuova riforma sul fine vi­ta, annunciata da più parti come un probabile «passo in avanti verso l’eutanasia», tiene alto il li­vello di guardia e di tensione.
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