venerdì 25 marzo 2022
Ma il dittatore isolato poi getta la maschera: il Paese, ignorato dal mondo nonostante l'atomica e i missili a lungo raggio, è «pronto a un confronto di ampio respiro» con gli Stati Uniti
Kim Jong-un precede il missile prima della sistemazione sulla rampa di lancio a Pyongyang

Kim Jong-un precede il missile prima della sistemazione sulla rampa di lancio a Pyongyang - Ansa

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Ci prova in tutti i modi a rialzare la tensione, a battere un colpo dietro l’altro a suon di missili, a violare ogni trattato internazione Icbm sui missili intercontinentali pur di attirare l’attenzione del mondo. Quella della Casa Bianca in particolare. Qualcuno a Pyongyang non ha però spiegato al «little rocket» come lo definì l’«amico» Donald Trump che in questi giorni Biden è al centro dell’Europa, a due passi dalla guerra ucraina e soprattutto concentrato su una sfida a tre che oltre alla Russia comprende la Cina, ultimo e unico protettore del «regno eremita». E oggi ci riprova: la Corea del Nord è pronta per un «confronto di lungo periodo» con gli Stati Uniti, all'indomani del successo del suo «nuovo missile balistico intercontinentale», il più grande mai testato nella storia del Paese, ha fatto scrivere ai media di Stato Kim Jong-un.
Il lancio di prova della «grande arma», come fu definito il vettore da Pyongyang a inizio 2021, è stato condotto sotto la «guida diretta» del leader Kim Jong-un che ha «supervisionato le operazioni sul più potente missile a lungo raggio dal 2017». Le fotografie diffuse dai media statali hanno mostrato Kim, con indosso la sua consueta giacca di pelle nera e gli occhiali da sole scuri, mentre cammina a grandi passi sull'asfalto davanti a un enorme missile, con altre immagini di esultanza con i vertici militari in uniforme a rimarcare la riuscita del lancio.

Il nuovo missile balistico intercontinentale «renderebbe di nuovo chiaramente consapevole il mondo intero del potere delle nostre forze armate strategiche», ha affermato Kim, nel resoconto della Kcna, aggiungendo che il Paese è ora « del tutto pronto per un confronto di lungo periodo con gli imperialisti statunitensi». Conosciuto come Hwasong-17, il gigantesco missile balistico intercontinentale fu presentato per la prima volta a ottobre 2020, ricevendo il soprannome degli analisti di «missile mostruoso»: sfilò in Piazza Kim Il-sung durante una parata militare su un lanciatore motorizzato di ben 11 assi di fabbricazione cinese.
Non era mai stato testato con successo in precedenza e il lancio ha suscitato la reazione dei vicini, tra Corea del Sud e Giappone, e degli Stati Uniti. «Il missile, lanciato dall'aeroporto internazionale di Pyongyang, ha viaggiato fino a un'altitudine massima di 6.248,5 chilometri e ha volato per una distanza di 1.090 chilometri per 4.052 secondi prima di colpire con precisione l'area prestabilita in acque aperte» nel mar del Giappone, ha precisato il dispaccio dell'agenzia Kcna. Il tutto condito dalla propaganda e la retorica di regine. La tv di Stato nordcoreana Kctv ha infatti mostrato una drammatizzazione del lancio del missile balistico intercontinentale «mostruoso” effettuato ieri come fosse un film di Hollywood: enfasi e pathos, con un Kim Jong-un nei panni di un moderno Top Gun tra il giubbotto di pelle nera da aviatore e gli occhiali da sole scuri.

Il leader supremo, nei filmati rielaborati diffusi oggi e dedicati "all'impresa storica", cammina al rallentatore. Quando si aprono le porte dell'hangar esce seguito a passo d'uomo dal missile, il più potente mai testato dallo Stato eremita, capace di colpire qualsiasi parte del territorio americano. Guarda l'orologio mentre si avvicina il momento del lancio, così come fanno i due militari-scienziati che lo accompagnano a segnalare l'avvicinarsi del momento topico. Kim si sfila gli occhiali e dà il via libera con un cenno della testa: poi l'accensione e la partenza, quindi l'esultanza per l'esito dell'operazione. "Il missile ha riscaldato la terra con la sua vampata di fuoco", dice una voce fuoricampo. La propaganda nordcoreana ha esaltato il Hwasong-17, il nome della nuova arma balistica intercontinentale, mostrando le foto e i video di Kim che guida le varie fasi delle operazioni attraverso i media statali, dall'agenzia Kcna, al Rodong Sinmun (la voce del Partito dei Lavoratori) e fino alla Kctv.

Ieri sera, invece, il segretario di Stato Usa Antony Blinken parlando con il ministro sud coreano degli Esteri Chung Eui-yong, ha affermato che il lancio di ieri »dimostra la minaccia che i programmi illegali di armi di distruzione di massa e dei missili balistici della Corea del Nord pesa sui vicini e su tutta la comunità internazionale». Oggi a Washington è prevista una riunione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu, che ha subito condannato il lancio.

Sul fronte cinese c'è invece la pesante condanna alle, anche recentissime, sanzione americane imposte al regime di Pyongyang. Le sanzioni «non aiuteranno a risolvere i problemi della penisola coreana» e la Cina «ha sempre sostenuto che il dialogo e la consultazione sono gli unici mezzi» da seguire. Lo ha detto il portavoce del ministero degli Esteri Wang Wenbin, sulla stretta Usa contro sei tra enti e individui in Russia, Corea del Nord e Cina accusati di avere un ruolo nei piani missilistici di Pyongyang che ieri ha lanciato il vettore balistico Icbm «più grande della sua storia». «Esortiamo le parti alla moderazione e alla soluzione politica: ogni mossa che porti all'ulteriore deterioramento della situazione non è consigliabile», ha concluso Wang.

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