mercoledì 11 febbraio 2009
Prova di forza dei fondamentalisti che colpiscono in pieno centro con otto «bombe umane». Nel mirino degli attentatori le sedi degli uffici governativi e diversi ministeri. «Sfiorato» ancora una volta il palazzo presidenziale di Karzai. L’attacco rivendicato dai taleban a una televisione privata.
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    È stata l’ennesima “violazione”. L’area super protetta, nella quale si concentrano i luoghi del potere del “nuovo” Afghanistan, la zona di Kabul che anche simbolicamente dovrebbe rappresentare l’inviolabilità delle sue istituzioni, è stata ancora una volta attaccata. In serie. Da otto kamikaze. Una strategia del terrore che rivela le due facce dell’Afghanistan. Da un lato mette a nudo la vulnerabilità del potere governativo quando mancano cinque mesi alle elezioni presidenziali. Dall’altro, svela ancora una volta la forza dei taleban, la cui potenza di fuoco appare intatta nonostante un conflitto che dura da anni. Nel mirino degli attacchi sincronizzati – condannati «nei termini più forti possibili» dal segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon– sono finiti uffici governativi e ministeri, disseminati in diversi punti della capitale ma anche in pieno centro, a due passi dall’ufficio presidenziale, peraltro già “sfiorato” da un precedente attacco poche settimane fa. Il bilancio è tragico: almeno 26 i morti e 55 feriti, per lo più civili, oltre a otto kamikaze uccisi. Il tutto la vigilia della visita a Kabul di Richard Holbrooke, l’inviato speciale del presidente Usa, Barack Obama. All’interno del ministero della Giustizia, in pieno centro, dove gli uomini della sicurezza hanno ucciso almeno quattro kamikaze, due terroristi sono rimasti a lungo asserragliati nei sotterranei e uno sul tetto. «Durante le operazioni almeno quattro terroristi sono stati uccisi all’interno del ministero della Giustizia», ha detto un portavoce de ministero dell’interno afghano. Nel ministero sono rimasti uccisi almeno tre uomini della sicurezza mentre un ottavo terrorista è stato ucciso subito fuori dal ministero. Un ottavo kamikaze è stato colpito a morte mentre tentava di introdursi nel vicino ministero della Pubblica istruzione, sempre a due passi dal palazzo presidenziale di Hamid Karzai. Un secondo attacco, quasi contemporaneo a quello in centro, ha preso di mira uffici dell’amministrazione penitenziaria nel quartiere periferico di Khair Khana, con due kamikaze a piedi che sono riusciti a penetrare nell’edificio sparando e facendo poi saltare i corpetti esplosivi che indossavano. In questo attacco vi sarebbero diverse vittime.I taleban hanno prontamente rivendicato la loro azione coordinata e un loro portavoce, citato da una televisione privata locale, ha riferito che all’azione hanno partecipato 16 militanti (di almeno otto dei quali è stata confermata la morte dal governo) e che il suo scopo era di vendicare il trattamento riservato ai militanti detenuti. Per il comandante dell’Isaf, il generale David McKiernan, «una volta di più i taleban hanno dimostrato di non aver rispetto per i cittadini afghani e nessun desiderio di vedere un futuro di pace in Afghanistan. Hanno attaccato senza pietà edifici del governo che aiutavano a migliorare la qualità della vita degli afghani». Il bollettino delle violenze che hanno insanguinato il Paese non si ferma qui. Otto poliziotti afghani sono stati uccisi dalla esplosione quasi contemporanea di due bombe nella provincia di Helmand, nel sud del Paese. Un ufficiale francese è poi rimasto ucciso in uno scontro con degli insorti seguito all’esplosione di un rudimentale ordigno, nella provincia di Logar, a sud est di Kabul. Morto anche l’interprete locale che accompagnava la pattuglia, ferito gravemente un altro soldato francese. Per mettere in fuga gli aggressori è stato necessario l’intervento di caccia ed elicotteri da combattimento dell’Isaf. Con la morte dell’ufficiale sono complessivamente 25 i militari francesi morti in Afghanistan.
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