venerdì 20 giugno 2025
L'economia già traballante sta affrontando il periodo militare «più costoso della sua storia». Nella notte un altro missile fora le difese e colpisce centro Microsoft a Beer Sheva. Raid su Teheran
A Beer Sheva è stato colpito il centro tecnologico di Microsoft che fornisce servizi di Intelligenza artificiale alla Difesa israeliana

A Beer Sheva è stato colpito il centro tecnologico di Microsoft che fornisce servizi di Intelligenza artificiale alla Difesa israeliana - Ansa

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Un’altra notte di missili, raid e allarmi. L’ottava dall’inizio della guerra tra Iran e Israele. Ancora una volta ha segnato il fallimento degli intercettori israeliani di fronte agli ipermissili Fatah che l’Iran sta impiegando: pochi, preziosissimi e perfetti per violare il lento sistema anti-missile Iron Dome israeliano. Un singolo missile balistico lanciato dall'Iran ha infatti provocato un'ingente devastazione a Beer Sheva, nel sud di Israele. L'ordigno caduto stamani in un parcheggio vicino a edifici residenziali ha distrutto diversi appartamenti, lasciato un cratere a terra, veicoli in fiamme, facciate di edifici e balconi crollati. L'Mda segnala sette feriti. Le Ferrovie israeliane hanno comunicato che la stazione di Beer Sheva Nord è stata chiusa per danni. Le Guardie rivoluzionarie iraniane hanno rivendicato che «il sito Microsoft di Beer Sheva è stato attaccato perché collabora con l'esercito israeliano». Ieri, va ricordato, un altro missile “solitario” aveva devastato l’ospedale della città del sud ferendo decine di persone.

Le Forze di difesa israeliane (Idf) affermano, sull’altro fronte, che l'Aeronautica militare dello Stato ebraico ha effettuato un'ondata di attacchi su Teheran durante la notte, prendendo di mira decine di strutture militari e siti di ricerca nucleare iraniani. Lo riportano i media israeliani. Oltre 60 aerei da combattimento sono stati coinvolti negli attacchi sganciando 120 munizioni, rendono noto le forze armate. Tra gli obiettivi figuravano «diversi siti di produzione missilistica industriale» a Teheran che in passato rappresentavano il «cuore industriale del Ministero della Difesa iraniano; siti militari che producevano componenti missilistici e impianti per la produzione di materie prime utilizzate per la fusione dei motori missilistici». Gli attacchi hanno colpito anche il «quartier generale del progetto nucleare Spdn», affermano le Idf.

Ma fino a quando Israele (nonostante le ingenti iniezioni di fondi e armamenti a costo di fabbrica forniti dagli Stati Uniti) sarà in grado di sostenere lo sforzo di questa prima settimana di attacchi? A differenza di Gaza, la reazione iraniana è consistente e i costi per portare i raid sono trenta volte superiori alle folate che l’esercito compie quotidianamente sulla Striscia da un anno e mezzo. Oltre 67 miliardi di dollari per la guerra a Gaza e 735 milioni di dollari al giorno per il conflitto in Iran: Israele sta affrontando il periodo militare più costoso della sua storia, spendendo per le sue due offensive belliche ad un ritmo che rischia di riscrivere il suo futuro economico. Senza contare i raid in Libano. Lo scrive The Economic Times, una testata indiana in lingua inglese del gruppo The Times, chiedendosi nel titolo "Può Israele continuare a pagare per la sua guerra con l'Iran?".

Secondo il sito economico israeliano Calcalist, citato dal quotidiano, il costo della guerra di Gaza aveva già superato i 250 miliardi di shekel (oltre 67,5 miliardi di dollari) entro la fine del 2024. Una cifra indicata anche da Reuters e Guardian.

Ora, con l'apertura di un nuovo fronte contro l'Iran, la spesa per la difesa sta accelerando. Nelle prime ore della campagna militare israeliana contro Teheran, i costi sono aumentati vertiginosamente. Un rapporto di Ynet News, scrive The Economic Times, ha citato il generale di brigata (in congedo) Re'em Aminach, ex consulente finanziario del capo di stato maggiore delle Forse di difesa israeliane (Idf), secondo cui solo le prime 48 ore di operazioni sono costate 5,5 miliardi di shekel (1,45 miliardi di dollari). Il ritmo non ha rallentato. Israele spende ora circa 2,75 miliardi di shekel, ovvero 725 milioni di dollari, al giorno in operazioni militari dirette nel conflitto iraniano. Oltre al combattimento, il massiccio arruolamento dei riservisti sta riducendo la produttività civile.

La testata indiana ricorda inoltre che il bilancio del Ministero della Difesa è quasi raddoppiato in soli due anni ed assorbe ora quasi il 7% del Pil di Israele, secondo solo all'Ucraina a livello globale. Gli esperti avvertono che anche una rapida fine delle ostilità non cancellerà il danno fiscale già causato. I servizi pubblici, in particolare sanità e istruzione, rischiano di essere messi da parte. Infine, con un limite massimo di deficit del 4,9% del Pil, equivalente a 27,6 miliardi di dollari, il bilancio di Israele è già sotto una pressione immensa, mentre il ministero delle finanze ha rivisto le previsioni di crescita del Pil per il 2025 dal 4,3% al 3,6%.

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