giovedì 19 novembre 2015
​Ecco dove vivono i fan su Twitter dei terroristi e da dove arrivano i combattenti stranieri. I Paesi dove la gente ha più paura.
Lo chiameremo Daesh, ecco perché
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A chi fa più paura il Califfato, noto anche come Is o Daesh? Dove si trovano i suoi sostenitori? E i combattenti stranieri da dove arrivano? In quali Paesi la Jihad islamista ha provocato più morti? A queste domande possiamo provare a rispondere con i dati raccolti ed elaborati dal Pew Research Center, pubblicati on line dal quotidiano britannico Independent.

Twitter a sostegno del Daesh Partiamo da Twitter. Dove si trovano, geograficamente, i "fan" del Daesh? I più numerosi sono localizzati in Arabia Saudita, Paese alleato dell'Occidente ma da sempre roccaforte di un Islam radicale, avverso a ogni modernizzazione. Il fondatore di Al Qaeda, Osama Bin Laden, apparteneva a una grande famiglia saudita. Seguono altri due Paesi arabi: Iraq e Siria. Ma questo è comprensibile. Qui infatti si sviluppa il territorio, piuttosto vasto, controllato dal Daesh. Inoltre sappiamo che l'Is può contare su molti jihadisti specializzati nella comunicazione su Internet, dai social media alla produzione di video. In quarta posizione gli Stati Uniti, segno di una presenza (nota) di frange estremistiche di vario tipo, che apportano simpatizzanti anche a chi vorrebbe distruggere gli Stati Uniti. Seguono poi altri Paesi islamici: Egitto, Kuwait, Turchia (membro della Nato), Territori palestinesi, Libano e Tunisia. Giusto prima di quest'ultimo c'è la Gran Bretagna, dove esiste una comunità islamica consistente con alcune infiltrazioni fondamentaliste.

Combattenti stranieri con il Daesh Se in Tunisia non si twitta tanto a sostegno dei terroristi in Siria però in molti preferiscono arruolarsi. Fucili non parole, insomma. Tra i Paesi arabi la Tunisia, così vicina all'Italia, è quello che fornisce più armati al califfo. Ne sono stati stimati 3.000. Al secondo posto, ecco di nuovo l'Arabia Saudita (2.500) seguita dalla Giordania (2.089), poi Marocco (1.500), Libano (890), Libia (556), Turchia (400), Egitto (358), Iraq (247), Cecenia (186), Palestina (114), Kuwait (71).

Ma ci si arruola anche in Occidente Il fascino perverso della bandiera nera arriva però anche in Occidente. Anzi il Paese più contaminato è proprio la Francia, così colpita e ferita dal terrorismo islamista, da cui sono partiti 700 jihadisti. Seguono Gran Bretagna (400), Germania (270), Australia (250), Belgio (250), Olanda (120), Danimarca (100), Usa (70), Austria (60), Norvegia (50), Iralnda (30), Svezia (30). Molti di questi sono passati in Siria attraverso la Turchia, che non sembra essersene preoccupata molto. E poi alcuni, una volta addestrati e trasformati in assassini spietati, sono rientrati in Patria per colpire, come è successo a Parigi.

I Paesi più preoccupati per l'estremismo islamista La percezione del pericolo portato dai jihadisti varia da nazione e nazione. Le percentuali maggiori di persone seriamente preoccupate si ritrovano in Francia (come è ovvio che sia) 67%, Spagna 61%, Stati Uniti 53%, Regno Unito 52%. In Germania si scende al 46%. Questo per l'Europa. Al di fuori del Vecchio continente i Paesi dove la gente è più preoccupata sono Nigeria 68%, Libano 67%, Pakistan 48% e Territori palestinesi 40%. Dati comprensibili, visto che sono Paesi che molto hanno sofferto e molto è prevedibile debbano soffrite per i colpi della violenza terroristica. 

Dove si muore di più per il terrorismo I dati relativi al 2013 ci dicono che l'80 per cento delle vittime del terrorismo islamista si concentrano in 5 nazioni: Iraq 35/4%, Afghanistan 17,3%, Pakistan 13,1 %, Nigeria 10,2 % e Siria 6%. Morti che appaiono destinati a crescere, se le cose si mantengono nello stato attuale. Altri Paesi colpiti in modo significativo sono Somalia, India, Filippine, Yemen, Tailandia.
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