sabato 10 settembre 2022
La scomparsa di Elisabetta II “impone” alla monarchia britannica anche un vero e proprio “royal rebranding”: dalle preghiere all'inno nazionale, dalle banconote alle bandiere
Inno, francobolli e monete: per la monarchia pronto il cambio di marchio

Reuters

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Sarà necessario sostituire migliaia di bandiere finora decorate con le iniziali della sovrana defunta. Il nome del successore, governatore supremo della Chiesa anglicana, verrà inserito anche nelle preghiere La scomparsa di Elisabetta II “impone” alla monarchia britannica anche un vero e proprio “royal rebranding”, un cambiamento del marchio reale che, per essere completato, potrebbe durare fino a due anni. Con la salita al trono di Carlo III, verrà modificata infatti tutta l’iconografia finora legata alla longeva sovrana su francobolli, monete (anche se forse non subito) e la sua menzione nelle preghiere e nell’inno nazionale. Una delle modifiche più semplici sarà quella che riguarderà il testo dell’inno nazionale: da «God Save Our Gracious Queen» a «God Save Our Gracious King», anche se potrebbe volerci un po’ di tempo prima che il grande pubblico canti con naturalezza la nuova versione.

L’inno è in uso dal 1745, quando una prima versione diceva: «Dio salvi il grande Giorgio, il nostro re, lunga vita al nostro nobile re, Dio salvi il re». Dalle bandiere che sventolano fuori dalle stazioni di polizia in tutto il Regno Unito, allo stendardo utilizzato sulle navi militari quando un generale è a bordo, sarà necessario sostituire migliaia di bandiere decorate con le iniziali EIIR (Elisabetta II Regina, con l’uso latino di numeri e del titolo).

È possibile che anche lo stendardo reale – la bandiera che sventola ovunque risieda il monarca – possa cambiare. Ci sono 4,5 miliardi di banconote in sterline in circolazione con sopra il volto della regina, per un valore complessivo di 80 miliardi di sterline. La loro sostituzione col ritratto del nuovo monarca richiederà probabilmente almeno due anni. Quando la regina salì al trono nel 1952, il monarca non era presente sulle banconote. La situazione cambiò nel 1960, quando il volto di Elisabetta II iniziò ad apparire sulle monete. La testa della regina compare anche su alcune banconote da 20 dollari in Canada (lì per ora il volto di Elisabetta II non sarà sostituito), su monete in Nuova Zelanda e su tutte le monete e banconote emesse dalla banca centrale dei Caraibi orientali, così come in altre parti del Commonwealth.

La regina era anche «difensore della fede e il governatore supremo» della Chiesa anglicana, e ci sono preghiere per lei nel Book of Common Prayer, che risale al 1662. Si chiede a Dio di «riempirla con la grazia del tuo Santo Spirito, perché sempre inclini alla tua volontà e cammini per la tua via». I testi delle preghiere dovrebbero essere modificati per il nuovo monarca.

I Royal Warrant, i mandati reali conferiti dal XV secolo a coloro che forniscono beni o servizi alla Corte, sono un altro aspetto che sarà interessato da cambiamenti: dalla compagnia di amari Angostura a Trinidad e Tobago al maniscalco del Sussex Zack Treliving, attualmente sono 600 le aziende che riforniscono la Royal Family con mandato reale e dopo la morte della regina rischiano di perdere il loro status, a meno che non venga loro concesso un nuovo mandato dal suo successore. Improbabile, invece, che le cassette postali della Royal Mail con la sigla reale della regina Elisabetta, ER, vengano rimosse. Alcune con le iniziali GR di re Giorgio VI rimangono in uso ancora oggi, 70 anni dopo. L’ufficio postale, invece, cambierà i francobolli, utilizzando un’immagine del profilo del nuovo monarca.

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