venerdì 28 maggio 2010
Una nuova catastrofe ferroviaria, su cui incombe l'ombra della guerriglia maoista, nel Paese asiatico: un treno passeggeri è deragliato nello Stato orientale di West Bengala proprio nel momento in cui in senso contrario sopraggiungeva un convoglio merci. Il portavoce del Pcpa, Asit Mahato, ha categoricamente smentito qualsiasi coinvolgimento.
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Una nuova catastrofe ferroviaria, su cui incombe l'ombra della guerriglia maoista, ha insanguinato l'India: un treno passeggeri è deragliato nello Stato orientale di West Bengala proprio nel momento in cui in senso contrario sopraggiungeva un convoglio merci. Il bilancio è stato fissato dalla polizia a almeno 80 morti e 200 feriti.L'urto, in piena notte, e presumibilmente mentre i viaggiatori dormivano, ha avuto un carattere violentissimo e cinque delle carrozze sono state colpite in pieno dal merci, fattore che ha fatto schizzare in alto il numero delle vittime.Le perizie dei tecnici sembrano aver dimostrato che sconosciuti avevano rimosso una porzione di binario, creando con un sabotaggio i presupposti del deragliamento; ma il ministro delle Ferrovie, Mamata Banerjee, ha continuato a sostenere la tesi dell'attentato. Basandosi, ha chiarito, sulle dichiarazioni di un macchinista che ha detto di aver ascoltato un «sordo boato» subito prima dell'incidente e sul presunto ritrovamento accanto ai binari di un certo quantitativo di gelatina. La sostanza è che quello che avrebbe potuto essere un «grave incidente» si è trattato di una catastrofe che, ha dichiarato l'ispettore generale della polizia del West Bengala, Surajit Kar Purakayastha, «è costata la vita ad almeno 80 persone», mentre altre 200 sono rimaste ferite.Le tv "all news" indiane hanno riproposto prestissimo le immagini della tragedia e la disperazione dei sopravvissuti che hanno svelato che i primi soccorsi sono arrivati soltanto alle 5.30 del mattino, ossia quattro ore dopo il deragliamento, mentre molte decine di persone soffrivano intrappolate fra le lamiere.I media subito, poi anche le autorità hanno addossato alla guerriglia maoista la responsabilità dell'accaduto, e ad un certo punto la polizia locale ha reso noto che vicino alla zona del disastro nel distretto di West Midnapore erano stati trovati volantini del Comitato popolare contro le atrocità della polizia (Pcpa). Di una organizzazione sociale, cioè, nata a metà del 2008 e ispirata a quanto risulta proprio dal Partito comunista indiano (Cpi-M) di tendenza maoista che aveva indetto in questi giorni una «black week» (una «settimana nera») di protesta antigovernativa.Ma in una telefonata all'agenzia di stampa indiana Pti, il portavoce del Pcpa, Asit Mahato, ha categoricamente smentito qualsiasi coinvolgimento, assicurando che «non siamo coinvolti in alcun modo. Questa non è una nostra operazione».Nato oltre 40 anni fa, il movimento maoista indiano (conosciuto anche come naxalita) è cresciuto grazie alle forti contraddizioni sociali indiane, ed oggi ha una visibile presenza in numerosi stati del nord-est, est e centro del Paese, rappresentando un serio problema di sicurezza per il governo.
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