giovedì 29 marzo 2012
L’Alto commissario dell’Onu Navi Pillay: «Basta un ordine di Assad per fermarle». All’indomani dell’accettazione dei sei punti dell’inviato speciale non si fermano però gli scontri: ventuno vittime e bombardamenti a Daraa e Hama. Ucciso un generale in agguato ad Aleppo.
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​Incarcerano e torturano «in maniera sistematica» i bambini. Il via libera, almeno formale, del regime di Damasco ai sei punti del piano di Kofi Annan, non cancella la più tremenda delle accuse. Dal sito della Bbc on-line l’Alto commissario Onu per i diritti umani, Navi Pillay, non lascia dubbi sulle responsabilità: basterebbe un solo ordine del presidente Bashar al-Assad per mettere fine a questa «orrenda» situazione.Una intervista fatta prima della risposta ufficiale di Damasco all’inviato speciale di Nazioni Unite e Lega Araba che ridimensiona il pallido ottimismo sulla disponibilità a trattare avanzata da Damasco: «I bambini vengono colpiti con proiettili alle ginocchia, poi radunati insieme agli adulti in condizioni inumane. A loro vengono anche negati cure mediche per le ferite riportate. Tutto ciò è orrendo», accusa la Pillay. Violenze compiute dalle forze di sicurezza siriane per cui «basta solo che il presidente invii un semplice ordine» e queste finiranno. Abusi di cui, lascia intendere la Pillay, Bashar al-Assad dovrà rispondere.L’orrore, in quella che è già una tragedia umanitaria, non ferma le speranze della macchina diplomatica: il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon ha infatti esortato il presidente siriano ad attuare «immediatamente» il piano in sei punti di Kofi Annan. Ancora più esplicito il dipartimento di Stato degli Usa: «Assad non ha compiuto i passi necessari per attuarlo», ha dichiarato un portavoce. Ban Ki-moon ha fatto sapere che discuterà la questione pure con i leader riuniti da oggi a Baghdad per il vertice della Lega Araba.Il piano di Kofi Annan prevede l’interruzione dei combattimenti, il ritiro delle truppe lealiste e delle artiglierie pesanti dalle città teatro di scontri, un cessate-il-fuoco quotidiano di due ore per motivi umanitari, l’accesso garantito a tutte le zone di conflitto, il rilascio di coloro che sono finiti in carcere negli oltre dodici mesi dell’insurrezione. L’apertura siriana, appare comunque già condizionata: benché Kofi Annan sia rappresentante pure della Lega Araba il ministero degli Esteri di Damasco ha fatto sapere che qualsiasi proposta giungerà dal vertice di oggi Baghdad sarà rifiutato dopo la sospensione dell’adesione di Damasco alla Lega Araba. Fra gli appelli ad attuare immediatamente la proposta di pace spiccavano ieri quello di Pechino ad entrambe le parti a «onorare gli impegni» e quello di Mosca rivolto esplicitamente a tutta l’opposizione siriana per porre fine alle violenze. Ma dai social network rimbalza il quotidiano stillicidio di violenza: l’osservatorio siriano per i diritti umani ha reso noto che i bombardamenti sono proseguiti, specie nelle province di Daraa e di Hama, e che si susseguono pesanti azioni militari che hanno causato 21 vittime. Bombardamenti sono in corso anche a Homs, mentre un generale dell’aviazione siriana, Khleif al-Abdullah, è stato assassinato vicino alla moschea al-Bassel di Aleppo, nella Siria settentrionale.
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