Bimbi rapiti e prigionieri, «la missione vaticana fondamentale»
di Nello Scavo
Il consigliere di Zelensky Mykhailo Podolyak riconosce il valore della «diplomazia umanitaria» del Papa con Matteo Zuppi

«Un lavoro proficuo, un grande ringraziamento ai rappresentanti della Santa Sede». Dopo un anno di mediazioni e contatti internazionali, talvolta accompagnati dalla cautela e in qualche circostanza dalla diffidenza di Ucraina e Russia, la formula escogitata dall’inviato di Papa Francesco in Ucraina, ha trovato il pieno riconoscimento di Kiev e la collaborazione delle autorità di Mosca. A riconoscerlo è il consigliere del presidente Zelensky, Mykhailo Podolyak.
La missione della “diplomazia umanitaria” del cardinale Matteo Zuppi non solo ha portato a stabilire un meccanismo per negoziare e ottenere il ritorno in Ucraina di numerosi bambini trasferiti in Russia dalle forze d’occupazione soprattutto nei primi mesi di conflitto. Ma ha permesso di corroborare, tra ostacoli e passi avanti, quel complesso ingranaggio che ha portato uno dei più diffidenti esponenti ucraini a riconoscere il lavoro diplomatico della Santa Sede con parole che chiudono superano definitivamente ogni asperità. Non solo i bambini, dal primo istante Papa Francesco si è impegnato personalmente per favorire e ottenere lo scambio di prigionieri di guerra, riuscendo almeno su questi temi a riportare sul terreno il rispetto del Diritto internazionale.
Mykhailo Podolyak in passato non aveva mancato di esprimere anche con toni sopra le righe il suo dissenso dalle mosse vaticane e dall'atteggiamento del Pontefice, in una circostanza costringendo la diplomazia ufficiale di Kiev a ribadire che talune espressioni del consigliere presidenziale erano da considerarsi «personali» e non manifestavano la posizione ufficiale di Zelensky.
Nelle ultime settimane si sono ripetute le consegne di bambini a diverse organizzazioni umanitarie ed anche a emissari della Santa Sede, che attraverso la Segreteria di Stato e la nunziatura di Kiev hanno tentato varie strade per far guadagnare varchi alle operazioni umanitarie.
Mykhailo Podolyak in passato non aveva mancato di esprimere anche con toni sopra le righe il suo dissenso dalle mosse vaticane e dall'atteggiamento del Pontefice, in una circostanza costringendo la diplomazia ufficiale di Kiev a ribadire che talune espressioni del consigliere presidenziale erano da considerarsi «personali» e non manifestavano la posizione ufficiale di Zelensky.
Nelle ultime settimane si sono ripetute le consegne di bambini a diverse organizzazioni umanitarie ed anche a emissari della Santa Sede, che attraverso la Segreteria di Stato e la nunziatura di Kiev hanno tentato varie strade per far guadagnare varchi alle operazioni umanitarie.
«Un lavoro proficuo, un grande ringraziamento ai rappresentanti della Santa Sede, è molto positivo che stiano cercando di risolvere questi problemi enormi e molto complessi», ha detto Podolyak menzionando in particolare i due più spinosi dossier umanitari: «I nostri prigionieri di guerra, i bambini rapiti». Il lavoro del cardinale Matteo Zuppi, secondo il mandato di Papa Francesco, è uno di quegli aspetti «molto positivi che osserviamo dal momento che diversi paesi si sono uniti» per affrontare queste necessità «perché la Russia è assolutamente indifferente alla sorte delle persone e dei bambini, e quindi è sicuramente molto positivo - ha rimarcato Podolyak - che il Vaticano si sia unito a noi». La vicinanza del Papa al dramma del popolo ucraino non è mai mancata e a Kiev hanno molto apprezzato il fatto che la rapresentanza diplomatica vaticana, guidata dall’arcivescovo Visavaldas Kulbokas, è stata tra le pochissime a non aver mai chiuso neanche durante i più brutali bombardamenti e il tentativo di assediare la capitale ucraina.
Non è un caso che il presidente Volodymyr Zelensky, nei mesi scorsi abbia firmato un decreto per concedere l’onorificenza dell’Ordine al merito al Segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin, e al presidente della Conferenza episcopale italiana e rappresentante speciale di Papa Francesco per la pace in Ucraina, il cardinale Matteo Maria Zuppi, «per il significativo contributo personale al rafforzamento della cooperazione interstatale, al sostegno della sovranità statale e dell’integrità territoriale dell’Ucraina, alla divulgazione dello Stato ucraino nel mondo».
© RIPRODUZIONE RISERVATA




