mercoledì 18 febbraio 2009
Visita a sorpresa a Herat per incontrare le truppe italiane. Poi a Kabul per colloqui istituzionali. Apertura all'Iran: deve diventare un «interlocutore positivo». Il ministro auspica che per le elezioni possano arrivare rinforzi italiani.
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L'Italia ritiene che l'Iran possa divenire un "interlocutore" della stabilizzazione dell'Afghanistan. Lo ha detto oggi il ministro degli Esteri Franco Frattini in Afghanistan, per una visita ai militari italiani di stanza ad Herat, ad ovest del Paese, e per colloqui istituzionali a Kabul. Il responsabile della Farnesina ha aggiunto che Roma "sta valutando" con gli alleati, in primis gli Usa, se invitare Teheran alla Conferenza internazionale di giugno a Trieste per la stabilizzazione di Afghanistan e Pakistan che sta organizzando la presidenza italiana del G8.Il ministro, che ha auspicato la disponibilità di Teheran in questa direzione, ha precisato che si deve trovare il modo di fare dell'Iran un "interlocutore positivo". La nuova amministrazione Obama, in un cambiamento a 360 gradi rispetto alle politiche Bush, ha annunciato la volontà da parte Usa di aprire il dialogo con l'Iran, rispetto al quale l'esecutivo repubblicano aveva invece adottato una strategia di forte isolamento.Possibile rinforzo truppe italiane per elezioni. Conversando con i cronisti, Frattini ha anche detto che l'Italia sta considerando la possibilità di inviare rinforzi "per qualche centinaio di uomini", a garanzia del regolare svolgimento delle elezioni presidenziali afghane in calendario ad agosto. L'Italia ha al momento 2.800 soldati nel Paese sotto il comando della missione Isaf. Il titolare della Farnesina ha ricordato che l'Italia ha già stanziato un contributo di 10 milioni di euro per le presidenziali e che si pensa ora a questa ulteriore opzione di dispiegamento "temporaneo" di altre truppe. "Il ministro della Difesa [Ignazio] La Russa, lo avete sentito, non lo esclude, io personalmente lo auspico", ha spiegato Frattini, aggiungendo che discuterà della questione oggi a Kabul con il presidente Hamid Karzai e con il ministro degli Esteri Rangeen Dadfar Spanta.
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