martedì 2 marzo 2021
Parigi prova ad accelerare. E a recuperare, con l’incoraggiamento della Ue, il gap che lo separa (come del resto gran parte dell’Europa) dalla virtuosa Londra
Il vaccino AstraZeneca anche agli over 65
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Parigi prova ad accelerare. E a recuperare - con l’incoraggiamento della Ue - il gap che lo separa (come del resto gran parte dell’Europa) dalla virtuosa Londra, facendo cadere le ultime “resistenze” sul vaccino AstraZeneca. Che sarà somministrato anche agli over 65. Potranno farsi vaccinare "le persone affette da comorbilità, comprese quelle tra i 65 e i 74 anni di età", ha annunciato in tv il ministro della Salute Olivier Veran, rivedendo così la decisione del mese scorso, quando il farmaco britannico era stato approvato solo per gli under 65, citando la mancanza di dati per verificarne la sicurezza e l'efficacia. Véran ha chiarito che pazienti con condizioni preesistenti potranno ottenere il vaccino Oxford-AstraZeneca in ambulatori medici, ospedali e, "entro pochi giorni", anche in farmacia. Mentre alle persone di età superiore ai 75 anni verrà ancora offerto il vaccino Pfizer o Moderna.
L'Alta autorità per la Salute in Francia ha poi stabilito che tutti i vaccini contro il Covid-19 devono poter essere somministrati dai farmacisti, da infermieri e ostetriche, oltre che dai medici. Insomma fare presto. Secondo i dati del ministero della Salute, in Francia sono state somministrate solo 273.000 delle 1.7 milioni di dosi di AstraZeneca ricevute, mentre circa 3 milioni di persone hanno ricevuto la prima dose di un vaccino contro il Covid, rispetto ai 20 milioni nel Regno Unito, che ha all'incirca la stessa popolazione. "L'Ema ha dato la sua opinione sul vaccino AstraZeneca e ha detto che è sicuro, senza fare distinzioni per fasce d'età" e "si tratta di una valutazione scientifica a cui si può fare completo affidamento" anche se "gli Stati membri possono sempre prevedere misure ulteriori", ha fatto sapere Stefan de Keersmaecker, portavoce della Commissione europea.
Una cosa è certa. L’Europa va piano. Arranca. Stretta tra lentezze e diffidenze. Paga anche un dazio politico. Una lentezza che sta avendo un effetto centrifuga: sono sempre più numerosi i Paesi che vogliono fare da soli, guardando a Est. Alla Russia. Allo Sputnik V. Con tanto di giallo. Perché Mosca sostiene di aver già presentato la fatidica domanda per ottenere l'ok al suo Sputnik V, mentre l'Europa dice che non è vero, e tramite la presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen ha criticato le autorità russe perché decantano il loro vaccino ma restano indietro con le vaccinazioni in patria. In attesa che l’Ema approvi, sono tanti i Paesi che si muovono autonomamente, sulla scia dell’apripista Ungheria.
Mosca punta ad allargare la breccia nell'Ue: l'Austria ha iniziato a trattare per la fornitura del vaccino. La Slovacchia ha ordinato 2 milioni di dosi di vaccino. Praga ci sta pensando. Ma non basta. Austria e Danimarca hanno deciso di bussare alle porte di Israele. Che può vantare una performance eccellente: lo Stato ebraico ha somministrato 94 dosi per 100 persone, la Ue solo sette. Un confronto mortificante.


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