lunedì 14 ottobre 2013
La situazione è estremamente allarmante in Burundi, Eritrea e Comoros. Allarmente in 16 Paesi tra cui Timor Est, Sudan, Ciad, Yemen, Etiopia. La regione dove il problema è più esteso è l'Asia meridionale. Lo rivela l'Indice Globale della Fame. LA MAPPA - IL VIDEO - FOTOGALLERY
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La buona notizia è che, dal 1990, l'indice della fame nel mondo è diminuito del 34%. La cattiva notizia è che, ancora oggi, 842 milioni di persone soffrono la fame. Sono i dati del rapporto annuale "Indice globale della fame" realizzato da Ong di diversi paesi (per l'Italia il Cesvi).Gli Stati dove la situazione è più allarmante si collocano nell'Africa subsahariana. Nell'ordine: Burundi, Eritrea e Comoros. Ma l'area del pianeta dove la piaga dilaga è l'Asia meridionale. Tre gli indicatori presi in esame: la percentuale di popolazione denutrita; la percentuale dei bambini sotto i 5 anni sottopeso; il tasso di mortalità dei bambini sotto i 5 anni. Classificando 120 Stati "a rischio" su una scala che va da 0 (assenza di fame) a 100 (allarme massimo), 42 rientrano in fascia bassa (0-5), 22 moderata (5-10), 37 grave (10-20), 16 allarmante (20-30) e 3 estremamente allarmante (sopra 30).Interessante il dato su "chi scende" e "chi sale" in questa triste classifica. Tra i paesi "vincenti" nella lotta alla fame e alla mortalità infantile - che hanno migliorato il proprio dato rispetto a 13 anni fa - troviamo, nell'ordine, Cina, Nicaragua, Perù, Ghana, Venezuela, Messico, Cuba, Tailandia, Vietnam e Kuwait. Fallimentari, o nulli, gli sforzi di risollevarsi di Comoros, Swaziland, Burundi, Paraguay e Guatemala.Migliorata la situazione di Haiti, che dal 1990 è passata dalla categoria "estremamente allarmante" a quella "allarmante" (11° posto).
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