mercoledì 1 febbraio 2012
Scontri tra polizia e tifosi dell'Al Ahli, la squadra della capitale, che protestavano dopo la strage di mercoledì nello stadio di Port Said, che ha causato 74 morti e un migliaio di feriti. Diversi partiti, dai liberali ai salafiti, chiedono le dimissioni del governo.
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Più di 200 persone sono rimaste ferite negli scontri polizia e tifosi dell'Al Ahli nel centro del Cairo. Una quarantina di persone è stata ricoverata in ospedale. I feriti presentavano sintomi disoffocamento, contusioni e fratture ma non ci sarebbero casi gravi. Le forze dell'ordine egiziane hanno usando lacrimogeni per disperdere i manifestanti che protestavano contro i tumulti che mercoledì sera allo stadio di Port Said hanno provocato 74 morti e un migliaio di feriti al termine di una partita di campionato.È degenerata in un vero e proprio terremoto politico, in un Egitto ben lungi dall'aver recuperato stabilità dopo la caduta di Hosni Mubarak, la strage di mercoledì sera allo stadio di Port Said, in quella che è una delle tragedie più gravi nella storia del calcio.Il Supremo Consiglio delle Forze Armate, al potere ormai da un anno, ha proclamato tre giorni di lutto nazionale, mentre il suo capo Mohamed Hussein Tantawi, ha espresso "profondo rammarico" per l'accaduto. Il premier Kamal al-Ganzouri ha riconosciuto la propria responsabilità istituzionale in relazione a quanto è accaduto, e davanti al Parlamento riunito in seduta di emergenza si è detto pronto a "renderne conto" e ad "adempiere qualsiasi direttiva mi sia impartita", alludendo a un'eventuale rinuncia all'incarico. Ma il  Parlamento, che ha votato esprimendosi in favore dell'apertura di una inchiesta, ha presentato un reclamo formale contro il ministro dell'Interno Mohamed Ibrahim, accusandolo di negligenza. Ibrahim, ha destituito il responsabile dell'ordine pubblico a Porto Said, Essam Samak, mentre lo stesso Ganzouri ha decapitato i vertici della Federcalcio, rimuovendone sia il direttore sia il Consiglio Direttivo. Anche il governatore della città portuale, situata all'imboccatura del Canale di Suez, ha rassegnato dimissioni subito "accettate".Al termine di una consultazione durata tre ore, diversi partiti dell'intero arco costituzionale, dai liberali del Wafd ai salafiti di al-Nour, hanno sollecitato l'assemblea a votare la sfiducia all'esecutivo, sostituendolo con un "nuovo gabinetto rivoluzionario in grado di garantire la sicurezza nel Paese".Al fischio finale centinaia di tifosi della locale squadra al-Masry, vittoriosa per 3-1, hanno attaccato i supporter di quella ospite, la cairota al-Ahly, uno dei club più titolati del Paese. La maggior parte delle vittime sono state calpestate dalla folla, ma non poche sono state accoltellate o massacrate di botte. Il direttore dell'impianto sportivo, Mohammed Younis, dal canto suo ha accusato la polizia egiziana di non essersi interposta tra le due fazioni per mera codardia.
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