giovedì 8 ottobre 2020
I due candidati alla vicepresidenza si sono combattuti su aborto, immigrazione, ambiente, giustizia, tasse e, soprattutto, sul coronavirus. In uno scambio civile e a tratti persino cordiale
Duello tv tra Harris e Pence, scontro su gestione del Covid e tasse

Reuters

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Il duello si è svolto lungo linee di demarcazione prevedibili, e sempre più profonde. I due candidati alla vicepresidenza si sono combattuti su aborto, immigrazione, ambiente, giustizia, tasse e, soprattutto, sul coronavirus. In uno scambio civile e a tratti persino cordiale (sono stati evitati i toni rissosi e gli insulti che erano volati la settimana scorsa fra Joe Biden e Donald Trump) Mike Pence, è apparso diretto e franco. Il vicepresidente repubblicano si è rivolto direttamente agli americani per ribadire il suo orgoglio di difendere la santità della vita e la sua fiducia nella capacità degli americani di “fare le loro scelte” su come proteggersi dal coronavirus. Kamala Harris, meno naturale all’inizio, ha in breve trovato una voce più decisa con la quale affermare, senza esitazione, che la gestione della pandemia dell’Amministrazione Trump è “il più catastrofico fallimento della storia americana”.

L’ex procuratore capo della California ha anche messo in guardia i suoi connazionali che il presidente e il suo numero due “stanno dando la caccia” ai più vulnerabili fra di loro, a chi è ammalato o anziano o disabile o debole, togliendo loro ogni protezione sanitaria.

Forti anche gli scambi sulla discriminazione razziale. Harris ha accusato l’Amministrazione Trump di non aver fatto abbastanza per eliminare i pregiudizi delle forze dell’ordine nei confronti dei neri e di non aver mai preso una posizione ferma contro i gruppi di estrema destra. Pence ha ripreso le parole d’ordine del suo capo, “law and order”, denunciando i disordini e la violenza provocati da alcune delle manifestazioni che da maggio riempiono le piazze di molte città americane.

Sull’ambiente, Pence non ha ammesso le cause umane dei cambiamenti climatici, sostenendo che un’Amministrazione democratica piena di “allarmisti climatici” imporrebbe regole che azzopperebbero le imprese statunitensi. Harris ha denunciato un “sistematico rifiuto della scienza” da parte del governo Trump, sia sul clima che sul coronavirus.

Parlando dietro a un pannello di plexiglas imposto dalla campagna democratica per timore di un contagio proveniente da una Casa Bianca decimata dal virus, i due si sono anche scontrati sull’opportunità di rimpiazzare la defunta Ruth Baden Ginsburg alla Corte Suprema prima delle elezioni. La candidata del ticket liberal ha insistito che la nomina affrettata di un sostituto da parte di un presidente uscente è anti-democratica, mentre il repubblicano l’ha tacciata di volersela prendere contro la giudice prescelta da Trump — Amy Coney Barrett — perché è cristiana.

Sebbene il dibattito sia stato concentrato soprattutto sui due leader dei rispettivi ticket elettorali, i due vassalli non hanno sprecato l’occasione di citare i loro valori e i loro successi personali, chiaramente posizionandosi per una corsa alla Casa Bianca fra quattro anni, anche se entrambi hanno svicolato alla domanda sull’età avanzata dei candidati alla presidenza. “La smetta di minare la fiducia degli americani in un vaccino contro il Covid”, ha incalzato Pence. “E lei la smetta di mentire agli americani”, ha risposto la sua sfidante. La parola ora torna a Trump e Biden che dovrebbero affrontarsi per un secondo duello televisivo lunedì. Sempre che il capo della Casa Bianca possa dimostrare allo sfidante di non essere più contagioso.

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