venerdì 12 novembre 2021
Con orgoglio l'agenzia nazionale ha annunciato il «record di estrazione». Proprio mentre con gli Stati Uniti si esaltava il vago accordo per la riduzione della CO2
L'estrazione del carbone  in un impianto di Ruzhou nella provincia cinese dell'Henan

L'estrazione del carbone in un impianto di Ruzhou nella provincia cinese dell'Henan - Reuters

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L'accordo con gli Stati Uniti è per ora poco più di una promessa: senza numeri e senza date. In compenso Pechino somiglia sempre più ai consumatori che fanno la corsa ai supermercati nel timore che le merci scarseggino. Lo si è detto più volte e ieri ne è giunta la conferma. La produzione giornaliera di carbone della Cina ha raggiunto un massimo storico, grazie all'"effetto positivo" degli sforzi compiuti per aumentare la fornitura di energia. Lo ha reso noto quasi con orgoglio nazionalista la National Development and Reform Commission (Ndrc).
L'organo di pianificazione economica del Paese asiatico ha annunciato in maniera più che positiva il fatto che che giovedì sono state prodotte fino a 12,05 milioni di tonnellate di carbone, 120.000 in più rispetto al precedente record giornaliero, mentre la produzione quotidiana nelle principali regioni che estraggono questa materia prima ha raggiunto il livello più alto degli ultimi anni.
Questo ha consolidato le basi per "assicurare l'approvvigionamento energetico e stabilizzare i prezzi", ha aggiunto la Ndrc. La produzione record arriva grazie alla ripresa delle operazioni di questo settore, dopo che un'ondata di freddo ha colpito molte parti della Cina nella scorsa settimana e ha interferito negativamente con le attività. La produzione media giornaliera di carbone tra il 7 e il 9 novembre è stata di 11,75 milioni di tonnellate.

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