martedì 5 luglio 2016
Il racconto del padre di Rohan: era scomparso da casa, come altri ragazzi di buona famiglia. ​Uno degli ostaggi colpiti dalla polizia nel blitz. (Paolo Alfieri)
La propaganda e quei jihadisti dalle scuole di élite di Camille Eid
COMMENTO Affrontare le due "W" (wahhabismo e web) di Giorgio Ferrari
Dacca, lo choc del politico: mio figlio tra i killer
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Mentre è atteso per stasera all’aeroporto di Roma Ciampino l’arrivo delle salme delle nove vittime italiane della strage di venerdì scorso in Bangladesh – i feretri saranno accolti anche dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella e dal ministro degli Esteri Paolo Gentiloni – da Dacca è giunta l’ammissione di un agente secondo cui la polizia potrebbe aver ucciso per sbaglio uno degli ostaggi nel ristorante in cui un commando di miliziani islamisti ha compiuto la strage. I parenti della vittima 39enne avevano lanciato l'allarme dopo avere riconosciuto l'uomo attraverso le fotografie dei presunti sequestratori diffuse dalla polizia e uccisi nel blitz delle forze di sicurezza, sabato mattina. L'ammissione è arrivata oggi: "Crediamo di averlo accidentalmente ucciso", ha affermato un agente riferendosi a un dipendente del Holy Artisan Bakery che lavorava nella cucina del locale.  È intanto “sotto choc” Imtiaz Khan Babul, politico del Bangladesh e padre di uno degli attentatori. L’uomo non riesce ancora a credere che il figlio facesse parte del commando armato che ha sequestrato e ucciso 20 stranieri oltre a due poliziotti. Babul ha aggiunto che come suo figlio Rohan molti giovani bangladesi, di buona famiglia e istruiti, sono scomparsi e probabilmente si sono radicalizzati online. Il commento di Babul arriva dopo che il ministero degli Interni del Bangladesh ha reso noto che gli attentatori erano tutti giovani, provenienti da famiglie benestanti e avevano tutti un alto livello di istruzione. "Non lo avremmo mai immaginato – ha spiegato Babul in un'intervista alla Bbc -. Non c'era niente a casa, libri o altro che potesse indicare che stava prendendo questa strada. Quando ero alla ricerca di mio figlio ho scoperto che altri ragazzi erano scomparsi. Figli di professionisti, di dirigenti, di buona famiglia. Ho condiviso con loro le mie preoccupazioni. Non sapevamo cosa stava accadendo". Rohan, figlio del politico bangladese, aveva studiato all'università di Monash in Malaysia dopo aver lasciato la Scholastica, istituto di scuole superiori in cui insegna anche la madre. È stato ucciso nel raid delle forze di sicurezza che hanno liberato gli ostaggi ancora in vita. Le autorità del Bangladesh hanno nel frattempo annunciato di avere fermato tre persone. Due non sono in buone condizioni fisiche: uno è in ospedale, l'altro già in carcere. Il terzo sospetto risponde al nome di Hasnat Karim, che sette anni fa risulta aver lavorato per la North South University, la stessa in cui avevano studiato alcuni membri del commando. Una telecamera di sorveglianza ha ripreso il professore universitario, che era nel locale per festeggiare il compleanno di uno dei figli, mentre fumava in terrazza con alcuni dei jihadisti. Ieri la polizia era stata a casa di Hasnat e ha sequestrato il suo laptop. L'uomo, con la moglie Sharmin Parvin e i figli Safar e Raiyan, aveva fornito agli agenti la sua testimonianza già sabato, ma poi è stato deciso di trattenerlo per ulteriori approfondimenti.
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