mercoledì 10 maggio 2017
Appello di Medici senza frontiere dopo due anni di conflitto: dal 30 marzo scorso sono già 780 i casi registrati di malattia, ormai è un’epidemia
Il dottor Roberto Scaini è a capo dell'équipe medica di Medici senza Frontier, nell'ospedale di Haydan, nel nord dello Yemen (Ansa/Ap)

Il dottor Roberto Scaini è a capo dell'équipe medica di Medici senza Frontier, nell'ospedale di Haydan, nel nord dello Yemen (Ansa/Ap)

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Si sta aggravando nello Yemen, sconvolto da una guerra che dura da oltre due anni, l’epidemia di colera e diarrea acuta scoppiata nell’ottobre scorso. A partire dal 30 marzo scorso sono 780 i casi registrati, secondo Medici senza Frontiere (Msf), che lancia un allarme per potenziare l’assistenza internazionale al dissestato sistema sanitario del Paese. Per far fronte a questa emergenza, Msf ha aperto centri per il trattamento del colera all’interno di cinque ospedali e sta sostenendo altre strutture gestite dalle autorità sanitarie locali. Dalla fine di aprile le équipe di Msf hanno curato 276 pazienti nell’ospedale di al-Nasr e nel centro sanitario di al-Salam, nel governatorato di al-Dhale.

«Fuori controllo»

Dal 30 marzo hanno inoltre curato 263 pazienti nell’ospedale di Abs, nel governatorato di Haja. Altre centinaia di pazienti sono stati ricevuti nelle ultime settimane in tre ospedali nei governatorati di Ibb, di Taiz e di Amran. Mentre le autorità locali hanno riportato 310 casi nella capitale Sanaa. Dal marzo del 2015 molti ospedali hanno smesso di funzionare a causa del conflitto e per milioni di persone l’accesso alle cure è diventato estremamente difficile. Dal settembre 2016, inoltre, altre strutture sanitarie hanno cessato l’attività per la mancanza di risorse finanziarie e attrezzature. «Siamo preoccupati che l’epidemia continui a diffondersi e vada fuori controllo», ha detto Shinjiro Murata, capo missione di Msf in Yemen.

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