venerdì 21 agosto 2015
​Dopo i colpi d'artiglieria di ieri e l'ultimatum di Pyongyang, Kim Jong un ordina all'Esercito popolare di prepararsi ad azioni militari. Seul risponde: "Pronti a reagire". E gli Usa sospendono le esercitazioni.
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​Pyongyang sembra dare seguito all'ultimatum lanciato alla Corea del Sud per fermare i messaggi di propaganda diffusi da Seul oltre il confine. E così dopo lo scambio di colpi d'artiglieria tra i due eserciti e le minacce di Kim Jong un (ieri), i sistemi radar di sorveglianza congiunta di Corea del Sud e Usa hanno svelato oggi la preoccupante strategia della Repubblica popolare democratica di Corea: "Il Nord sta mostrando segnali di preparativi su un missile Scud vicino a Wonsan e su uno Rodong nella provincia di Pyongan" come riferito all'agenzia Yonhap da una fonte anonima del governo del Sud.

I preparativi sarebbero parte del "quasi stato di guerra" decretato dal dittatore - come ha riferito l'agenzia Kcna - che ha ordinato "all'esercito di prepararsi del tutto" per le operazioni belliche.

La risposta di Seul non si è fatta attendere: "Siamo pronti a reagire - scrive il capo dello Stato maggiore della Corea del Sud in una lettera al Dipartimento dello Stato generale dell'esercito popolare (Nord) - con misure di autodifesa e tutte le responsabilità che ne potranno derivare saranno addebitabili al Nord. Sollecitiamo il Nord a rinunciare del tutto a ulteriori atti temerari".

Difficile capire quanto il pericolo sia reale, certo è che, vista la situazione, gli Stati Uniti hanno deciso di sospendere l'annuale esercitazione militare con la Corea del Sud e, secondo l'Associated Press, stanno monitorando la situazione.

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