giovedì 20 agosto 2015
​Un proiettile dell'esercito del Nord colpisce una città sudcoreana, poi la risposta di Seul. La minaccia del regime: fermate i messaggi di propaganda oltre la frontiera o agiremo militarmente.  
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Prima uno scambio di colpi di artiglieria poi l'ultimatum di Pyongyang: il confine tra le due Coree torna a surriscaldarsi. Le tensioni sono cominciate questa mattina quando un proiettile dalla Corea del Nord ha colpito la città sudcoreana di Yeoncheon e l’esercito di Seul ha risposto con decine di colpi da 155 mm. Le autorità del Sud hanno poi dato ordine di evacuare la zona a ridosso della frontiera occidentale. 

Ma non basta: Pyongyang ha infatti usato la linea telefonica inter-coreana per minacciare attacchi contro le unità di propaganda sudcoreana che hanno ripreso a trasmettere messaggi ad alto volume oltre il confine con l’uso di potenti amplificatori.

Secondo una nota diffusa dal ministero della Difesa di Seoul, lo Stato maggiore dell'Esercito popolare coreano (cioè del regime del Nord) ha dato al governo del Sud 48 ore per smantellare gli amplificatori, altrimenti Pyongyang risponderà con azioni militari.

L'ultimatum scadrà alle 17 locali (le 10 in Italia) di sabato. Il clima lungo il confine è peggiorato nelle ultime settimane, dopo cioè le esplosioni di mine che hanno gravemente ferito due membri delle guardie di frontiera sudcoreane. Senza contare l'inizio di grandi manovre di esercitazione da parte di Stati Uniti e Corea del Sud che hanno irritato il Nord.

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