sabato 30 marzo 2013
Il governo di Pyongyang ha annunciato un ultimatum a tutte le forze ostili. Il leader Kim Jong-un annuncia «rappresaglie senza pietà» in caso di provocazioni da parte degli Usa o di Seoul. Gli Stati Uniti: ci aspettiamo nuove minacce. 
Frena il Trattato Onu sulle armi di Loretta Bricchi Lee
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​La Corea del Nord ha annunciato di essere entrata in «stato di guerra» con il Sud e che ogni questione tra i due paesi sarà trattata su questa base. «D'ora in poi le relazioni intercoreane sono di guerra e tutti i problemi tra le due Coree saranno trattati secondo un protocollo adatto alla guerra», si legge in una dichiarazione rilanciata dall'agenzia ufficiale Kcna.«Situazioni nella penisola coreana, che non sono nè di pace e nè di guerra, sono giunte alla fine», si legge ancora nel dispaccio, in cui si menziona la riunione d'emergenza convocata appena giovedì dal leader nordcoreano Kim Jong-un per approvare i piani che hanno per obiettivo mettere nel mirino target negli Usa e in Corea del Sud, dopo l'utilizzo dei super bombardieri B-2 nelle esercitazioni congiunte di Washington e Seul destinate a concludersi a fine aprile.  La «decisione importante» di Kim è un ultimatum alle «forze ostili e una decisione definitiva per la giustizia».Pur in attesa dell'ordine di attacco del “giovane generale” e leader supremo, è innegabile «una rappresaglia senza pietà in caso di atti di provocazione» da parte degli Stati Uniti o della Corea del Sud.Tra le due Coree, separate all'altezza del 38/mo parallelo, c'è ancora formalmente uno stato di guerra visto che per porre fine al sanguinoso conflitto del 1950-53 fu siglato un armistizio e non un trattato di pace formale, annullato pochi giorni fa da Pyongyang insieme a tutti i patti di non aggressione con il Sud in risposta al ciclo di manovre militari speciali (denominate “Key Resolve”), tenute da Usa e Corea del Sud dall'11 al 21 marzo.Alle parole del leader Nordcoreano, però, non sono fortunatametne seguite azioni concrete. La Corea del Sud non ha individuato movimenti inusuali nelle truppe del suo bellicoso “cugino”: le Forze Armate sudcoreane, che nelle ultime settimane tengono sotto stretta osservazione la Corea del Nord non hanno individuato nelle ultime ore movimenti particolari nel Paese vicino. Il ministero della Difesa di Seul, per parte sua, ha invece denunciato «l'offensiva» retorica nordcoreana, parlando di «minacce inaccettabili» che «pregiudicano la pace e la stabilità nella penisola della Corea» e ha ripetuto l'impegno a rispondere con durezza nel caso di un ipotetico attacco. «Se provocati, mobiliteremo non solo tutta la nostra forza militare, ma anche quella americana per sopprimere (il Nord) in un solo colpo», ha detto il ministro della Difesa Kim Kwan-jin. Usa: ci aspettiamo nuove minacceGli Stati Uniti monitorano da vicino la situazione in Corea del Nord. Ma «mettere su uno show non significa agire. Descrivere una situazione come simile a una situazione di guerra non va neanche lontanamente confuso con la volontà di guerra». Lo afferma un esponente dell'amministrazione Obama con il Washington Post.Gli Stati Uniti si attendono ulteriori minacce dalla Corea del Nord, che ha una «lunga storia di retorica bellicosa. prendiamo seriamente le minacce, ma la retorica segue un cammino che vediamo da anni» afferma un esponente dell'amministrazione americana con il Wall Street Journal. «La Corea del Nord sta seguendo sempre lo stesso copione ma usando le opzioni più aggressive. Tutto quello che hanno finora fatto, lo avevano già fatto in passato. La vera preoccupazione è quando accantoneranno il copione» mette in evidenza un rappresentante del Dipartimento della Difesa americano, precisando che una delle maggiori domande ancora irrisolte è quanto rischio Kim intende assumersi per dimostrare «che è un duro. La sua inesperienza è certa, quello che non è certo è il suo buon senso».

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