sabato 3 luglio 2010
Tra le vittime ci sarebbero anche una sessantina di bambini. I feriti sono più di duecento. L'incidente si è verificato nel villaggio di Sange, nella provincia orientale del Kivu Sud. Padre Paolo: «I cadaveri bruciati sono sparsi nella strada principale».
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Una tempesta di fuoco scatenata dall'esplosione di un'autocisterna carica di benzina ha divorato decine di case in una cittadina nella poverissima e insanguinata provincia di Sud Kivu, in Congo, bruciando vive centinaia di persone: almeno 230 i morti, fra cui oltre 60 bambini e oltre 30 donne e oltre 100 feriti, molti dei quali gravi, secondo l'ultimo provvisorio bilancio.L'esplosione è avvenuta alle 18 di ieri quando diverse persone si sono radunate attorno alla cisterna, che si è rovesciata in un incidente stradale, per prelevare un pò del carburante che ne fuoriusciva, mentre il resto della cittadina di Sange, 70 chilometri a sud di Bukavu, era chiusa in casa a guardare in tv il Ghana che giocava l'incontro dei quarti di finale del Mondiale di calcio contro l'Uruguay.I soccorsi, in un Paese povero dove mancano anche i servizi fondamentali, sono stati affidati alla Croce Rossa e alla missione Onu nella regione, che da due giorni ha cambiato sigla da Monuc a Monusco e che ha messo a disposizione gli elicotteri con cui sono stati prelevati e feriti e trasportati d'urgenza negli ospedali di Uvira e Bukavu, anch'essi messi a disposizione dalle Nazioni Unite. Ai soccorsi lavorano anche unità mediche dell'esercito congolese e medici volontari pakistani.Tutto è cominciato con un incidente stradale secondo una versione dei fatti, la cisterna, che viaggiava in convoglio, si è dovuta fermare perchè la strada sterrata stava cedendo, e si è poi rovesciata; secondo altri testimoni è uscita di strada per l'eccessiva velocità. La gente a qual punto, si è radunata per cercare di raccogliere un pò della benzina versata: una prassi all'origine di diversi cruenti incidenti in Africa. Forse una scintilla dal motore o l'imprudente presenza di una sigaretta accesa e improvvisamente i 49mila litri di benzina - la cifra l'ha fornita un dirigente della ditta di trasporti - si trasformano in una nuvola di fuoco che si espande tutt'intorno e fagocita in pochi secondi decine di capanne di fango e paglia che sorgono attorno alla strada.«È una scena terribile. Ci sono tanti corpi sparsi ovunque, nelle strade e nelle capanne. La popolazione è completamente sotto shock: nessuno parla, nessuno piange», dice Jean-Claude Kibala, vicegovernatore del Sud Kivu, a ridosso del confine col Burundi, una provincia sfiorata dalla sanguinosa guerra civile del Nord Kivu.«La priorità è il soccorso ai feriti, ma la Croce Rossa nazionale sta lavorando per raccogliere i cadaveri e portarli all'obitorio, dice il coordinatore locale della Croce Rossa (Cicr), Inah Kaloga. Si tratta di identificare i morti per poi seppellirli il prima possibile, ma per molti di essi, aggiunge Kaloga, il riconoscimento è difficile, perchè sono completamente carbonizzati.«UNA SCENA APOCALITTICA»L'automezzo, proveniente dalla Tanzania, era pieno di benzina e a seguito dell'esplosione ha preso fuoco un intero villaggio, Sange, nella provincia orientale del Kivu Sud (a 70 chilometri a sud di Bukavu, capoluogo della provincia). «Una scena apocalittica». Così il parroco di Luvungi, vicina al villaggio di Sangi dove è esplosa un'autocisterna, descrive la scena del disastro all'agenzia Fides. «I cadaveri bruciati - riferisce padre Paolo - sono sparsi nella strada principale di Sange. I morti sono sicuramente più di 200 mentre sono decine le case distrutte». L'incidente, racconta il parroco, è avvenuto nella strada principale del paese, che è stretta. «Due camion nell'incrociarsi si sono forse urtati. L'autocisterna ha avuto una gomma esplosa e si è ribaltato. La gente si è radunata per raccogliere il carburante. Poi l'esplosione, non si sa se provocata da un mozzicone di sigaretta gettato da qualcuno oppure per un ritorno di fiamma dal motore del camion incidentato». Sul posto sono giunte le autorità locali, tra le quali il Vice governatore, i militari dell'ONU e la Croce Rossa. Ma pccorrerà ancora tempo però per comprendere la dimensione della tragedia.Un'altra religiosa residente a Bukavu, la suora missionaria saveriana Teresina Caffi, riferisce alla Fides che «al centro di Sange vi è un mercato molto frequentato, si teme dunque che il bilancio della tragedia sia molto alto». Una radio locale - aggiunge - ha parlato di almeno 300 morti, e, secondo le autorità locali, «decine di abitazioni, costruite in terra e paglia, sono state distrutte».
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