L'Onu: mai così tante guerre in 30 anni, i bambini le vittime più indifese
di Redazione
La mappa dei conflitti secondo l'Unicef dimostra il triste record di violenze nel mondo. Nel corso del 2018 in Siria, tra gennaio e settembre, sono stati uccisi 870 bimbi

Il dramma siriano
La crisi in Medio Oriente
Palestina, quest'anno, oltre 50 bambini sono stati uccisi e altre centinaia sono rimasti feriti, molti mentre manifestavano contro il deterioramento delle condizioni di vita a Gaza. I bambini in Palestina e Israele sono stati esposti a paura, trauma e rischio di essere feriti. In Sud Sudan, il conflitto e l'insicurezza durante l'annuale stagione magra hanno portato 6,1 milioni di persone alla fame estrema. Anche con l'arrivo della stagione delle piogge, oltre il 43% della popolazione rimane in condizioni di insicurezza alimentare. Mentre la promessa di un nuovo accordo di pace offre un barlume di speranza per i bambini, continuano le segnalazioni di estrema violenza contro donne e bambini, la più recente a Bentiu, dove oltre 150 donne e ragazze hanno raccontato di aver subito terribili aggressioni sessuali. In Ucraina orientale, oltre 4 anni di conflitto rappresentano un peso devastante sul sistema scolastico dei bambini, dato che centinaia di scuole sono state distrutte e danneggiate e 700.000 bambini sono costretti a imparare in ambienti delicati, tra combattimenti instabili e pericoli causati da ordigni di guerra inesplosi. La situazione è particolarmente grave per 400.000 bambini che vivono nel raggio 20 km dalla linea di contatti che divide le aree controllate e non controllare dal Governo e dove bombardamenti e forti rischi causati da mine rappresentano una minaccia mortale. In Camerun c'è stata un'escalation del conflitto nelle regioni nord e sud occidentali del Paese, con le scuole, gli studenti e gli insegnanti spesso sotto attacco. A novembre, oltre 80 persone, compresi molti bambini, sono stati rapiti da una scuola a Nkwen, nel nord ovest del Paese e rilasciati pochi giorni dopo. A oggi, 93 villaggi sarebbero stati bruciati parzialmente o totalmente a causa di conflitti, con molti bambini che hanno subito livelli estremi di violenza.
La situazione irachena
In Iraq, anche se i combattimenti si sono ampiamente placati, quattro bambini sono stati uccisi a novembre nel nord del Paese quando il furgone con cui andavano a scuola è stato attaccato. I bambini e le famiglie che ritornano alle loro case in zone precedentemente colpite da pesanti violenze continuano a essere esposti al pericolo di ordigni inesplosi. Migliaia di famiglie rimangono sfollate e ora devono affrontare le ulteriori minacce di temperature invernali gelide e inondazioni improvvise.
Nel cuore dell'Africa
Nel Bacino del Lago Ciad, il conflitto in corso, gli sfollamenti e gli attacchi sulle scuole, contro gli insegnati e le altre strutture scolastiche hanno messo a rischio l'istruzione per 3,5 milioni di bambini. Oggi, nel nordest della Nigeria, nella regione del Lago Ciad, nell'estremo nord del Camerun e nella regione di Diffa in Niger, almeno 1.041 scuole sono chiuse o non funzionano a causa di violenza, paura di attacchi o disordini che coinvolgono circa 445.000 bambini. Una recente ondata di violenze nella regione di confine tra Mali, Burkina Faso e Niger ha causato la chiusura di 1.478 scuole. In Myanmar, le Nazioni Unite continuano a ricevere notizie di violazioni dei diritti dei Rohingya rimasti nel nord dello Stato di Rakhine, che comprendono accuse di omicidi, scomparse e arresti arbitrari. Ci sono anche diffuse restrizioni dei diritti di libertà di movimento e ostacoli nell'accesso ai servizi sanitari e scolastici nello Stato del Rakhine centrale. Assicurare che i bambini abbiano accesso a un'istruzione di qualità e ad altri servizi di base eviterà una "generazione perduta di bambini Rohingya - sottolinea l'Unicef -, altrimenti perderanno le competenze di cui hanno bisogno per contribuire alla società".
L'Afghanistan «dimenticato»
In Afghanistan, le violenze e i massacri sono stati avvenimenti quotidiani con circa 5.000 bambini uccisi o feriti nei primi 9 mesi del 2018, pari al totale del 2017. I bambini rappresentano l'89% delle vittime civili a causa dei residuati bellici esplosivi. Nel nordest della Nigeria, i gruppi armati, comprese le fazioni di Boko Haram, continuano a colpire le ragazze che vengono stuprate, costrette a sposare combattenti o utilizzate come 'bombe umane'. A febbraio, il gruppo armato ha rapito 110 ragazze e un ragazzo in un college tecnico a Dapchi, nello Stato di Yobe. Mentre la maggior parte dei bambini sono stati rilasciati, 5 ragazze sono morte e una è ancora prigioniera come schiava. In Somalia, oltre 1.800 bambini sono stati reclutati dalle parti in conflitto nei primi 9 mesi del 2018 e 1.278 sono stati rapiti. In Repubblica Centrafricana, una drammatica ripresa dei conflitti ha coinvolto gran parte del Paese, con 2 bambini su 3 che hanno bisogno di assistenza umanitaria. In Repubblica democratica del Congo la violenza interetnica e gli scontri tra forze di sicurezza e gruppi armati/milizie nella regione del Grande Kasai e nelle province orientali del Tanganica, del Kivu meridionale, del Nord Kivu e dell'Ituri hanno avuto un impatto devastante sui bambini. La risposta all'attuale epidemia di Ebola è stata seriamente ostacolata dalla violenza e dall'instabilità nella parte orientale della Repubblica democratica del Congo. Inoltre, si stima che 4,2 milioni di bambini siano a rischio di malnutrizione acuta grave (Sam). La situazione è aggravata dalle violazioni dei diritti dei bambini, tra cui il reclutamento forzato da parte di gruppi armati e gli abusi sessuali.
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