mercoledì 16 marzo 2016
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«Una giornata come questa dimostra che si sta saldando un’azione trasversale europea di cittadini sempre più impegnati sulle stesse questioni fondamentali e pronti a lavorare assieme dappertutto in nome dell’umanità, condividendo spesso le stesse difficoltà. Anche se per ogni associazione è necessario specializzarsi su certi temi, non possiamo più trascurare l’esigenza di rafforzare questa felice ed ampia convergenza». A sostenerlo è Ludovine de La Rochère, al timone del movimento della «Manif pour tous» e fra le voci più ascoltate della mobilitazione parigina di ieri contro l’utero in affitto. Perché la Manif ha scelto di schierarsi di nuovo in prima linea? «Lavoriamo da sempre sul matrimonio e sulle condizioni del legame filiale, non abbiamo mai nascosto la nostra totale opposizione alla maternità surrogata. Per il suo orientamento favorevole a un inquadramento della pratica il Rapporto De Sutter non era accettabile, e dunque non abbiamo esitato a scendere in piazza apprendendo di questa riunione a Parigi, dopo aver già manifestato anche a Strasburgo, sede del Consiglio. Per noi 'inquadrare' significa 'legalizzare', ma si tratta di una pratica assolutamente inaccettabile. È una battaglia primaria che non abbandoneremo mai. Non abbiamo paura di paragonarla a lotte civi- li come quelle contro la discriminazione, l’apartheid o la pena di morte. E dopo questa giornata dobbiamo cercare di vincere il più rapidamente possibile». Quali aspetti l’hanno più colpita in questa mobilitazione? «Ancora una volta, e in una giornata molto fredda, tanti giovani hanno scelto di scendere in strada, testimoniando l’impegno di una generazione nuova che sta acquisendo una consapevolezza profonda. Tanti prevedevano un futuro breve per la Manif, dopo i grandi cortei del 2012 e del 2013. Si sono sbagliati in pieno. La risposta ha un volto giovane e pieno d’energia». È stata molto commentata la presunta 'staffetta istituzionale' fra Consiglio d’Europa e Conferenza dell’Aja sul diritto internazionale privato per legalizzare la maternità surrogata. Che ne pensa? «La connessione appare da tempo abbastanza chiara, i calendari d’azione fra le due istituzioni si sono sempre più allineati. Una simile tendenza è estremamente grave, perché l’armonizzazione internazionale delle legislazioni non può essere condotta a scapito di diritti umani fondamentali. Anche per questo sappiamo che la battaglia sarà ancora lunga. Ma oggi abbiamo dimostrato che la mobilitazione dei cittadini conta e può scombinare anche le manovre meno trasparenti. Questa causa coinvolge ormai tutte le sensibilità politiche, un punto molto importante. Soprattutto in Paesi come Francia e Italia, possiamo essere fieri di questo, dati gli steccati che avevamo davanti».
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