martedì 17 maggio 2016
Raggiunta un'intesa con il governo per «congedare» i minori di 15 anni: sarebbero ormai ridotti a qualche decina. Poi verrà smobilitato il resto dei minori.
Colombia, le Farc libereranno i bimbi-soldato
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Luz sente ancora il grido di Mayra. Ogni notte, le risuona nelle orecchie. Eppure ormai sono passati oltre 10 anni da quella notte in cui le due 13enni si trovarono in mezzo alla giungla. Avevano approfittato del buio per lasciare l’accampamento. I miliziani si erano accorti e le avevano inseguite. Mayra era stata raggiunta. Luz aveva udito il suo urlo disperato mentre la riportavano indietro ma non aveva potuto fermarsi. Aveva continuato a correre verso la libertà. Saider, invece, è scappato a cavallo. Sempre di notte. «Non volevo uccidere», spiega ad Avvenire l’ex baby guerrigliero delle Fuerzas armadas revolucionarias de Colombia (Farc). «Ero entrato nella formazione a 15 anni, perché il mio villaggio, Chuscales, era sotto il loro controllo. Facevano propaganda a scuola e molti ci sono cascati. Dopo 5 anni, però, ero stufo della guerra. Mi avevano rubato la vita». Storie come quelle di Luz e Saider sono state fin troppo comuni nei 52 anni di conflitto co- lombiano. Ora, però, il negoziato tra governo e Farc, in corso all’Avana, può restituire le troppe vite rubate ai bimbi in guerra. Il passo «cruciale » in tale direzione è stato compiuto nella notte tra domenica e lunedì, con l’impegno del principale gruppo guerrigliero latinoamericano a “congedare” dalle proprie fila i ragazzini sotto i 15 anni. Non solo. Come ha sottolineato il capo negoziatore di Bogotà, Humberto de la Calle, nei prossimi mesi, i miliziani hanno annunciato un piano per “liberare” il resto dei minori. Una richiesta più volte formulata dall’Unicef. Finora si era riusciti ad ottenere solo, nel febbraio 2015, la garanzia della guerriglia di stoppare il reclutamento di “under 18”. La smobilitazione dei giovanissimi era, però, una nota dolente per la formazione. Dal 2002, quando l’offensiva governativa ne aveva più che dimezzato il contingente, la guerriglia ha avviato un massiccio arruolamento di ragazzini. E, tuttora, questi ultimi rappresentano lo “zoccolo duro” del gruppo, nonostante lo neghi. Le Farc sostengono di «aver accolto orfani e vittime di violenza». Difficile crederlo, date le testimonianze raccolte. In ogni caso, sono svariate centinaia gli under 18 nei loro accampamenti, secondo stime indipendenti. Anche se il numero esatto non si sa. Probabilmente le stesse Farc lo ignorano ma hanno garantito di procedere a una verifica, per il rilascio che avverrà attraverso l’Onu. Incerto pure il numero dei bimbi fino a 15 anni, i primi a lasciare la divisa nelle prossime settimane. La guerriglia ha parlato prima di 21 e poi di 13. Gli esperti ipotizzano trenta: i giovani non saranno ritenuti penalmente responsabili e riuniti alle famiglie. L’accordo sui minori arriva in un momento di crisi del processo di pace. Lo scorso 23 marzo, le parti avrebbero dovuto firmare l’intesa finale. Il negoziato, però, si è protratto ulteriormente per problemi relativi alla smobilitazione. “Rinunciare” ai minori da parte delle Farc ha anche un valore simbolico per rilanciare la trattativa. «Dato che saremo in pace, non abbiamo necessità di soldati», ha affermato il capo delegazione Farc Iván Márquez.
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