sabato 22 gennaio 2022
Il colosso finanziario Ant Group è finito nel mirino per un presunto caso di corruzione. Il fondatore di Alibaba sfidò apertamente il presidente cinese Xi Jinping
Il multimiliardario cinese Jack Ma

Il multimiliardario cinese Jack Ma - Ansa

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Due giorni fa l’annuncio della nuova stretta per fermare «l’espansione caotica del capitale». Ieri si è diffusa la notizia che un altro colosso cinese è finito nelle maglie della lotta alla corruzione lanciata dal Partito comunista. Si tratta dell’Ant Group, il gigante finanziario che gestisce la piattaforma di pagamenti Alipay. Una “creatura” di Jack Ma, il multimiliardario cinese fondatore di Alibaba, l’Amazon cinese. Secondo il Financial Times – che cita un documentario trasmesso dall’emittente statale China Central Television – un’unità di Ant Group, identificata in Shanghai Yunxin Venture Capital Management, ha acquistato a un prezzo di sconto due appezzamenti a Hangzhou, nel 2019, dopo avere acquisito quote di due unità di pagamenti mobili di proprietà del fratello di Zhou Jianyong, segretario del Partito comunista di Hangzhou. La natura di questa transazione è «uno scambio tra potere e capitale», ha sentenziato la Commissione Centrale per l’ispezione e la Disciplina, il potentissimo organo che punisce i funzionari corrotti. Proprio due giorni fa, alla presenza del presidente Xi Jinping, l’ente ha lanciato un nuovo monito anti-corruzione, avvertendo che spingerà «fermamente in profondità» la lotta ai funzionari corrotti e avverte che non avrà «nessuna pietà» per coloro che saranno ritenuti responsabili di fare parte di «bande politiche, circoli ristretti e gruppi di interesse all’interno del partito».
Niente di nuovo: la vita politica cinese è attraversata da veri e propri «cicli di epurazione», come li definisce il sito di informazione Npr. Nel 2018 Xi ha lanciato la campagna anti corruzione scandita dallo slogan “Saohei chu’e”, che significa «spazzare il marcio ed eliminare il male». Dopo tre anni, circa 50mila funzionari e 40mila presunti corruttori sono stati “colpiti” da provvedimenti disciplinari o sono stati cacciati. Il mirino, però, nel tempo si è progressivamente spostato. Dopo aver fatto pulizia – ed eliminato i suoi nemici politici – all’interno del Partito, ora la campagna di Xi mira a colpire quei gruppi imprenditoriali che hanno visto lievitare enormemente il loro potere economico e che non si inchinano prontamente alle direttive politiche. Una ragnatela nella quale sono caduti nomi eccellenti. Tra questi c’è Jack Ma: «Jeff Bezos, Elon Musk e Bill Gates tutti in uno». Nell’ottobre del 2020, Jack Ma ha attaccato il sistema di regole cinese, attirando su di sé le ire del presidente Xi Jinping. Da allora i suoi “guai” non sono più finiti.

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