mercoledì 8 luglio 2020
Al via la campagna, con «Avvenire» media partner, contro la pandemia della fame a causa del Covid Con i volontari più di 60 interventi in quattro Continenti
Bambini della comunità brasiliana dei Yanomami

Bambini della comunità brasiliana dei Yanomami - Ansa

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«Le prime linee, nella guerra contro il coronavirus, si stanno spostando dal mondo ricco a quello povero». Sono cifre da record, in negativo, quelle che fanno da sfondo all’allarme lanciato giorni fa dal Programma alimentare mondiale: 138 milioni le persone assistite in questo momento dal Pam, rispetto ai 97 milioni del 2019. E le previsioni sono terribili: entro la fine dell’anno potrebbero essere 270 milioni le persone in situazione di bisogno alimentare, l’82% in più rispetto a prima della pandemia. «Finché non si avrà un vaccino medico, è il cibo il miglior vaccino contro il caos», ha avvertito David Beasley, il direttore esecutivo del Pam. Senza di esso, inevitabilmente, aumenteranno disordini sociali, migrazioni e una «denutrizione diffusa fra popolazioni prima immuni». Per questo è tempo di ripartire, «per giustizia, oltre che per solidarietà», spiega Paolo Beccegato, responsabile dell’Area internazionale di Caritas Italiana.

«Qui in Europa abbiamo comunque uno Stato sociale e una sanità pubblica. E i vari “bazooka” economici che si stanno mettendo in campo, nel medio periodo produrranno degli effetti». Intanto, mentre è ancora vivo il ricordo delle tante donazioni di materiale o di sottoscrizioni popolari giunte dalle Caritas di tutto il mondo per sostenere l’attività di soccorso in Italia, una nuova e silenziosa pandemia sta avanzando indisturbata nel Sud del mondo.


270 milioni
secondo le stime delle Nazioni Unite le persone che, entro la fine dell’anno, saranno in disagio alimentare: l’82% in più rispetto al periodo pre-Covid

97milioni
le persone nel mondo, che si trovano in situazione di bisogno alimentare, assistite dal Programma alimentare mondiale Onu nel 2019

138milioni
le persone che, in questi mesi a causa della pandemia da coronavirus, sono attualmente assistite dal Programma alimentare mondiale

300%
l’aumento delle persone bisognose di assistenza per il cibo in America Latina tra la popolazione dei centri urbani

2030
l’anno in cui, in base agli Obiettivi di sviluppo sostenibile Onu, va raggiunto l’obiettivo fame zero e di coltivazioni agroecologiche 62 gli interventi promossi dalla campagna di Caritas e Focsiv in quattro continenti: circa 150 gli espatriati impiegati, 400 gli operatori locali

Quella che si profila è una crisi umanitaria di dimensioni e complessità inedite: emergenza sanitaria, che si interseca con povertà endemiche, cambiamento climatico, carenze educative. Quasi nessuno li nomina, proprio perché sono i senza nome, oltre che spesso i senza diritti: gli invisibili, che lottano ogni giorno per il pane. Gli invisibili del “post pandemia 2020”. Nel sud del mondo, e nelle diverse periferie del pianeta, il blocco forzato di tutte le forme di economia informale, l’impossibilità di ogni lavoro precario, il calo drastico delle rimesse dall’estero – oltre che la mancanza di strutture sanitarie – costituiscono una bomba a orologeria epidemiologica e sociale.

Una vera «pandemia della fame», che sta pure cambiando il volto dei «senza cibo»: ora molto più spesso si tratta di un lavoratore precario e abitante di grandi città in Paesi e medio e basso reddito. Per rispondere, in modo coordinato ed efficace, a questo nuovo aspetto della pandemia, è nata la campagna «Dacci oggi il nostro pane quotidiano» di cui Avvenire è media partner. L’obiettivo è di sostenere, fino al gennaio 2021, più di 60 «punti di intervento» in 4 Continenti: nell’Est Europa, nell’Africa subsahariana e nel Nordafrica, in Sudamerica e in Centramerica, come in Asia.

Luoghi dove, «radicati nel territorio, con operatori locali che conoscono, anzi fanno parte della società civile locale, operano le Caritas diocesane e i cooperanti delle Ong», spiega Beccegato. Micro– progetti per soccorrere chi vive nell’insicurezza alimentare, e resi possibili da «Insieme per amore degli ultimi», alleanza operativa fra Caritas Italiana e Focsiv, la Federazione degli organismi cristiani di servizio internazionale volontario.


Puoi donare online qui

Puoi donare anche con bonifico o bollettino postale:

  • BONIFICO BANCARIO
    intestato a: FOCSIV Campagna Focsiv-Caritas

    IBAN IT87T0501803200000016949398

  • C/C POSTALE
    n° 47405006
    intestato a: FOCSIV
    Causale: FOCSIV-CARITAS ITALIANA – Insieme per gli ultimi

Ogni mese – per svolgere pure una azione nei gruppi educativi diocesani e per sensibilizzare l’opinione pubblica – «Insieme per amore degli ultimi» sottolineerà un aspetto particolare in questa «alleanza»: sostegno alla micro-impresa locale, sviluppo sostenibile, educazione dei minori, sostegno alle donne sono alcuni degli aspetti in cui verrà declinata questa azione di cooperazione che vuole educare a un modello di sviluppo capace di dare il cibo a tutti. Qualche primo esempio, sul terreno: a Roraima, nell’Amazzonia brasiliana, la Caritas diocesana, che già soccorre gli indios locali e i molti profughi venezuelani, ora deve fronteggiare l’emergenza Covid-19. Una azione che sarà possibile agendo in sinergia con don Lucio Nicoletto, sacerdote Fidei donum di Padova e vicario generale della diocesi.

Ad Haiti la Caritas locale, assieme alle Piccole sorelle di Santa Teresa e il Celim di Milano, stanno preparando interventi nelle zone rurali non raggiunte ordinariamente dagli aiuti. Solo due primi ingranaggi, di una macchina della solidarietà internazionale che sta oliando gli ingranaggi e scaldando i motori.

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