lunedì 8 marzo 2021
Affondo del principe Harry e di sua moglie Meghan Markle contro imprecisate personalità di Buckingham Palace. «Preoccupazioni per il colore della pelle del bambino». La Regina? «Sempre meravigliosa»
Harry e Meghan, duchi di Sussex, durante l'intervista con Oprah Winfrey alla Cbs

Harry e Meghan, duchi di Sussex, durante l'intervista con Oprah Winfrey alla Cbs - Reuters

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È un vero e proprio terremoto quello scatenato

dall’intervista di Oprah Winfey, regina dei tv talk Usa, al principe Harry e sua moglie Meghan Markle andata in onda domenica sera negli Stati Uniti.

La portata choc delle rivelazioni sulla famiglia reale britannica da parte dei duchi di Sussex, oggi residenti a Los Angeles, è stata superiore alle attese. L’ex attrice di origine afroamericana ha lanciato su Buckingham Palace accuse di razzismo. Nei momenti più bui trascorsi a Londra, ha confessato, «ho capito di volermi uccidere e ho chiesto aiuto, fatemi andare in ospedale. Non me lo permisero».


Opposte le reazioni sollevate tra le due sponde dell’Atlantico. La stampa conservatrice del Regno Unito si è scagliata contro i due «rampolli privilegiati» accusandoli di aver dato in pasto la monarchia agli americani. Sostegno è stato invece espresso a Harry e Meghan da diverse personalità statunitensi e persino da un portavoce della Casa Bianca che ne ha elogiato «il coraggio».

Organizzata per chiarire le ragioni della rinuncia alle funzioni senior della “ditta Windsor”, l’intervista fiume ha per certi versi confermato quello che l’opinione pubblica già conosceva di Meghan: la “calda” accoglienza della sovrana, gli screzi con la cognata Kate Middleton, i “ricatti” della stampa popolare, il difficoltoso adattamento all’istituzione monarchica.

Gli affondi che hanno fatto più scalpore sono quelli legati al razzismo. Punzecchiata dalle domande poco docili di Winfrey, Meghan ha raccontato che durante la sua prima gravidanza a palazzo si sono «preoccupati» di «quanto sarebbe stata scura» la pelle del suo bambino quando sarebbe nato. Non sono stati fatti nomi ma, visto il polverone sollevato, è stato poi chiarito che queste conversazioni non hanno mai riguardato la regina («sempre meravigliosa») né il suo consorte Filippo. Harry ha però aggiunto di essere stato male quando la sua famiglia ha deciso di non pronunciarsi sugli articoli dalle «sfumature colonialistiche» scritti dai tabloid britannici su sua moglie.

L’ex attrice della serie Suits ha confessato anche i «ricorrenti» pensieri suicidi e l’aiuto che gli è stato «negato» per curarli. «Semplicemente – ha detto – non volevo più vivere». È questo ciò che ha incoraggiato la coppia a uscire dalla «trappola», come Harry l’ha chiamata. «Mio padre, mio fratello, sono tutti in trappola», ha aggiunto. Il duca di Sussex ha sottolineato che la decisione di rompere con la casa reale gli è costata l’«isolamento finanziario» ma non poteva permettere «alla storia di ripetersi». Il riferimento è a sua madre, Diana, la defunta «principessa triste», la cui ombra è riecheggiata in tanti altri momenti dell’intervista che non a caso ha evocato lo storico passaggio alla Bbc del 1995 quando, già separata ma non ancora divorziata da Carlo, spiattellò al mondo la depressione, i tentativi di suicidio, la freddezza dei reali, la bulimia. Sostegno a Harry e Meghan è giunto da diverse celebrità negli Stati Uniti. Da Buckingham Palace non è arrivato invece alcun commento ufficiale.

Al riguardo non si è espresso neanche il premier Boris Johnson, monarchico doc, se non sottolineando la «massima ammirazione per la regina e per il ruolo unificante che svolge in tutto il Commonwealth». L’opinione pubblica britannica si è invece spaccata. La causa della Megxit ha fatto fremere i rappresentanti delle minoranze etniche. A raccogliere la loro voce è stata soprattutto l’opposizione laburista che per mezzo della ministra ombra Kate Green ha invocato un’inchiesta. Agguerrito è anche il fronte conservatore con schiere di commentatori pronti a scorticare il vittimismo dei due rampolli. Clare Foges, commentatrice del Times, ha implorato il ritiro dei titoli reali di duchi a chi, a suo dire, ha scelto di gettare la monarchia in pasto ai media Usa.


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