martedì 16 aprile 2013
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​Il day after della strage alla maratona, Boston sembra una città sotto assedio. Nel centro ci sono ovunque auto della polizia, Humvee mimetiche della Guardia Nazionale e agenti delle squadre speciali SWAT e dell'Fbi; mentre la zona dell'esplosione è totalmente “off limits”, e lo rimarrà per diversi giorni. Era dagli attacchi dell'11 settembre 2001 che la città non vedeva un simile dispiegamento di forze, e non provava un tale senso di vulnerabilità, dolore e tristezza, come ha scritto oggi il Boston Globe.  Tutte le bandiere sugli edifici pubblici e davanti a molte case sventolano a mezz'asta, così come nel resto del Paese. E rimarranno così fino a sabato sera, come ha chiesto il presidente Barack Obama. Mentre la città piange i suoi morti. Piange in particolare la fine del piccolo Martin Richard, otto anni, che figura tra le tre vittime, mentre sua sorella ha avuto una gamba amputata e pure sua madre è rimasta gravementecolpita; il suo nome è scritto nella lista dei feriti, che ha raggiunto quota 150 e continua a salire.Ma comunque la vita deve andare avanti, il lavoro deve riprendere; anche se per diverso tempo «non potrà essere business as usual», non potrà essere come sempre, ha detto il governatore del Massachusetts Deval Patrick, chiedendo ai cittadini di essere «pazienti e mostrare comprensione».E di non allarmarsi se la presenza delle forze di sicurezza appare invasiva. Di accettare di buon grado controlli e perquisizioni delle borse, che vengono eseguiti a caso, soprattutto nelle stazioni della metropolitana, sugli autobus, all'aeroporto internazionale Logan, dove il traffico aereo oggi è stato regolare, ma i nervi sono a fior di pelle. Come dimostra l'episodio di un aereo che era prossimo al decollo ed è tornatoal gate perchè un passeggero ha sentito altri due passeggeri parlare in arabo e ha dato l'allarme, e così sono stati fatti controlli sia sull'aereo che sulle persone a bordo.Sin dalle prime ore del giorno alle fermate della subway di Back Bay, attorno alla Copley Square e nell'ultimo tratto del percorso della gara c'erano quasi più agenti e soldati che passeggeri. E in tutta la zona c'è un esercito di giornalisti, che vengono tenuti a distanza, dietro le transenne, come chiunque altro.Come vengono tenute dietro le transenne anche le persone che lavorano o abitano nel perimetro dell'esplosione, un'area molto vasta, che comprende molti isolati e che è stata completamente sigillata, «fino a nuovo ordine». Tutti possono solo guardare da lontano, guardare gli investigatori al lavoro in fondo alle strade deserte, in cui un vento fresco solleva fogli di carta straccia e polvere.  Nei prossimi giorni, ogni manifestazione pubblica è stata cancellata, come la partita di basket NBA dei Celtics contro i Pacers in programma per questa sera, e diversi siti turistici rimarranno chiusi.  Ma la città reagirà e «superarà questi giorni difficili», come ha detto il governatore Patrick. E anche molti atleti reagiranno, e torneranno alla prossima edizione della maratona, la 118/ma, come ha detto un podista venuto dal Maine, Goerge Fennell, «perchè correre a Boston è un privilegio», anche se, ha aggiunto triste, «non sarà mai più come prima».
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